VASTO. Riunificati i processi di due tentati omicidi in città. 8 Aprile 2014: una moto si avvicina allo scooter nero sul quale Jari Pellerani sta tornando a casa. Prima che la vittima riesca a capire che cosa stia accadendo, su di lui finisce una pioggia di colpi di arma da fuoco. Almeno quattro, secondo i residenti di via Del Porto. Pellerani è salvo perché si è gettato a terra. Sono le 18,30. In via Del Porto, strada trafficata della città, volano urla e proiettili. Si capisce subito che più che un avvertimento voleva essere un’esecuzione. Chi ha sparato ha mirato all’addome del giovane. Dopo qualche tempo viene ritrovata la moto usata dai killer. È stata incediata e abbandonata in contrada Lota. 4 giugno 2014: all’esterno del bar Del Giglio un giovane aggredisce a colpi di ascia un operaio, Michele Lattanzio. Per i carabinieri e la polizia i due episodi sono collegati. Michele Lattanzio e Fabio Scafetta vengono accusati di essere i due autori del tentato omicidio di Pellerani. Anche Pellerani viene arrestato. Sarebbe stato lui a colpire Scafetta con l’ascia. Con Pellerani vengono arrestati anche due presunti complici, Antonio Santoro e Marco Maranca.

I cinque indagati compriranno tutti insieme davanti ai giudici del tribunale di Vasto il 21 ottobre. I due processi sono stati riunificati. I difensori dei cinque, gli avvocati Elisa Pastorelli, Alessandro Orlando, Raffaele Giacomucci, Giovanni Cerella e Arnaldo Tascione, respingono le accuse. Gli avvocati Orlando e Giacomucci difesori di Lattanzio e Scafetta dichiarano che i loro assistiti non conoscono Pellerani. I colleghi Cerella e Tascione non sono meno agguerriti. Delicato il compito di Elisa Pastorelli che assiste Pellerani nel doppio ruolo di vittima e autore della seconda aggressione.

Fondamentale sarà l’esito delle intercettazioni telefoniche e anche i filmati che hanno ripreso l’agguato a colpi di ascia. (p.c.)

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