Trafitto al volto da un ramo, i chirurghi di Lanciano salvano l'anziano
L'agricoltore 70enne ha rischiato non solo di perdere un occhio ma di riportare danni cerebrali
LANCIANO. Ha rischiato non solo di perdere un occhio ma di riportare anche danni cerebrali un uomo di circa 70 anni di Lanciano rimasto vittima nei giorni scorsi di un brutto incidente nei campi, e che invece è in buone condizioni grazie a un intervento di alta chirurgia a quattro mani, quelle del chirurgo maxillo-facciale Lanfranco d’Archivio e del neurochirurgo Vincenzo Magliani, eseguito all’ospedale Renzetti.
L’uomo, la sera del 3 novembre scorso, stava sfalciando l’erba ed è caduto accidentalmente a faccia in giù, finendo su una siepe. L’impatto è stato violento, al punto che un frammento ligneo di ben 7 centimetri gli si è conficcato nell’orbita destra, fino a penetrare con la punta nella zona temporale del cervello. Pieno di sangue e di dolore si è recato al pronto soccorso del Renzetti ed è stato sottoposto immediatamente a una serie di accertamenti diagnostici oltre che di cure antibiotiche: tac, risonanza magnetica ed esami angiografici, che hanno evidenziato la presenza del corpo ligneo in una posizione assai pericolosa, soprattutto per la vicinanza alla zona cerebrale.
Non c’era tempo da perdere e così, consultati il neurochirurgo Magliani e il chirurgo maxillo-facciale Lanfranco D’Archivio, l’uomo, che era stato ricoverato inizialmente in oculistica visto che aveva dolore all’occhio, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico a quattro mani per la rimozione del legnetto.
«Si è trattato di un caso complesso», spiega il dottore D’Archivio, «un trauma orbitario raro, con la penetrazione di corpo estraneo non limitata solo all’orbita, senza peraltro danneggiare l’occhio, ma estesa fino al lobo temporale, a livello della base cranica, sede di importanti strutture vascolari e nervose. Un tragitto reso possibile, probabilmente, dall’elasticità del ramoscello stesso che, piegandosi contro le pareti ossee dell’occhio, è avanzato in sede intracranica per ben un centimetro, sfiorando anche i rami nervosi che provvedono alla motilità dell’occhio».
Una complessità chirurgica confermata anche dal Dottor Magliani, per via del rischio di emorragie massicce per la presenza di numerosi vasi sanguigni a livello della base cranica. Un’eventualità che non si è verificata, grazie anche all’angiorisonanza magnetica particolarmente dettagliata, eseguita dal primario radiologo Antonio Sparvieri, che ha consentito ai chirurghi di intervenire con grande precisione. Anche il decorso post operatorio non ha presentato complicazioni e il paziente, in buone condizioni, è stato dimesso alcuni giorni fa.