Tribunale nell’antico ospedale
Uffici pericolanti, il trasloco non è più rinviabile
CHIETI. Assemblea straordinaria degli avvocati che hanno dichiarato lo stato di agitazione a causa della sutuazione di difficoltà lavorative che si verificano quotidianamente in tribunale, con mezzo edificio ancora inagibile, dopo il terremoto del 6 aprile, e con il rischio di una chiusura già dal 15 settembre per iniziare i lavori di ristrutturazione e a causa dei disagi che si vivono nella sezione staccata di Ortona dove manca il personale. Venerdì si è tenuta una riunione degli avvocati di Chieti-Ortona che dal 7 aprile, insieme con il personale di cancelleria e con i giudici, (costretti a dividersi le poche stanze ancora agibili), subiscono un andamento anomalo dell’attività che si ripercuote sull’utenza. Era presente anche il presidente Geremia Spiniello. Tra gli interventi quello dell’avvocato Pierluigi Tenaglia, fratello del parlamentare Lanfranco, responsabile giustizia del Pd, che ha comunicato l’ordine del giorno approvato dalle Camere sui finanziamenti per la ricostruzione degli uffici giudiziari dell’Aquila e di Chieti.
L’avvocato Valter De Cesare ha invece annunciato che la Provincia ha messo a disposizione i locali del vecchio ospedale in via Arniense dove gli uffici giudiziari potrebbero trasferirsi già da settembre per consentire i lavori al palazzo di giustizia. Si è parlato naturalmente della cittadella giudiziaria progetto che coinvolge Comune e Provincia. Che metterebbe a disposizione degli uffici giudiziari oltre all’attuale tribunale anche l’edificio di via Arniense. La struttura sarà concessa in comodato gratuito al Comune per 30 anni. Il Comune procederà alla riqualificazione urbanistica della zona con un progetto che prevede il consolidamento e il restauro degli edifici, la deviazione dell’ultimo tratto di via Arniense con l’interessamento dell’innesco di via Herio, la creazione di un parcheggio interrato per il tribunale sotto largo Cavallerizza, la progettazione mediante concorso di idee di un nuovo edificio modernissimo sull’area di risulta da destinarsi alle nuove aule giudiziarie.
Il progetto si inserisce nel quadro di riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele e del consolidamento statico e del restauro di palazzo d Achille e del raddoppio del terminal di via Gran Sasso in progetto di finanza. Alla fine del dibattito sono stati stilati due ordini del giorno uno sul tribunale di Chieti e uno sulla sezione di Ortona. Per il primo caso, dopo aver descritto tutti i presupposti gli avvocati invitano e sollecitano «tutte le autorità a provvedere con assoluta urgenza alla concreta e pratica definzione delle intese già raggiunte da tempo e proclama lo stato di agitazione fino alla completa risoluzione dell’attuale fase di emergenza, riservano ogni ulteriore e più opportuna iniziativa in caso di perdurante difficoltà alla normale prosecuzione dell’attività giudiziaria».
Per il caso di Ortona l’ordine forense teatino chiede al ministero della giustizia, al presidente della corte d’appello, al presidente del tribunale di Chieti, ai presidenti delle commissioni giustizia delle due camere e a tutti i parlamentari abruzzesi, «di intervenire immediatamente affinché la struttura della sezione staccata di Ortona sia messa in condizioni di funzionare in maniera efficiente così da rendere un servizio di qualità ad un ampio territorio e ai suoi cittadini che ne hanno bisogno e affinché vengano reperiti sollecitamente tre cancellieri anche mediante operazioni di mobilità da altre amministrazioni o di trasferimento da altri uffici giudiziari quali quelli del giudice di pace del medesimo circondario ove il personale è in esubero rispetto a un carico di lavoro quasi inesistente».
L’avvocato Valter De Cesare ha invece annunciato che la Provincia ha messo a disposizione i locali del vecchio ospedale in via Arniense dove gli uffici giudiziari potrebbero trasferirsi già da settembre per consentire i lavori al palazzo di giustizia. Si è parlato naturalmente della cittadella giudiziaria progetto che coinvolge Comune e Provincia. Che metterebbe a disposizione degli uffici giudiziari oltre all’attuale tribunale anche l’edificio di via Arniense. La struttura sarà concessa in comodato gratuito al Comune per 30 anni. Il Comune procederà alla riqualificazione urbanistica della zona con un progetto che prevede il consolidamento e il restauro degli edifici, la deviazione dell’ultimo tratto di via Arniense con l’interessamento dell’innesco di via Herio, la creazione di un parcheggio interrato per il tribunale sotto largo Cavallerizza, la progettazione mediante concorso di idee di un nuovo edificio modernissimo sull’area di risulta da destinarsi alle nuove aule giudiziarie.
Il progetto si inserisce nel quadro di riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele e del consolidamento statico e del restauro di palazzo d Achille e del raddoppio del terminal di via Gran Sasso in progetto di finanza. Alla fine del dibattito sono stati stilati due ordini del giorno uno sul tribunale di Chieti e uno sulla sezione di Ortona. Per il primo caso, dopo aver descritto tutti i presupposti gli avvocati invitano e sollecitano «tutte le autorità a provvedere con assoluta urgenza alla concreta e pratica definzione delle intese già raggiunte da tempo e proclama lo stato di agitazione fino alla completa risoluzione dell’attuale fase di emergenza, riservano ogni ulteriore e più opportuna iniziativa in caso di perdurante difficoltà alla normale prosecuzione dell’attività giudiziaria».
Per il caso di Ortona l’ordine forense teatino chiede al ministero della giustizia, al presidente della corte d’appello, al presidente del tribunale di Chieti, ai presidenti delle commissioni giustizia delle due camere e a tutti i parlamentari abruzzesi, «di intervenire immediatamente affinché la struttura della sezione staccata di Ortona sia messa in condizioni di funzionare in maniera efficiente così da rendere un servizio di qualità ad un ampio territorio e ai suoi cittadini che ne hanno bisogno e affinché vengano reperiti sollecitamente tre cancellieri anche mediante operazioni di mobilità da altre amministrazioni o di trasferimento da altri uffici giudiziari quali quelli del giudice di pace del medesimo circondario ove il personale è in esubero rispetto a un carico di lavoro quasi inesistente».