Unione a rischio, tremano i sindaci dei piccoli comuni

22 Giugno 2014

LANCIANO. É appesa ad un filo l’Unione dei comuni città della Frentania e costa dei trabocchi. Domani i sindaci dei 12 comuni che vi fanno parte, decideranno se sciogliere l’Unione o meno. San Vito...

LANCIANO. É appesa ad un filo l’Unione dei comuni città della Frentania e costa dei trabocchi. Domani i sindaci dei 12 comuni che vi fanno parte, decideranno se sciogliere l’Unione o meno. San Vito ha già deliberato per l’uscita da quasi tutti i servizi e in settimana uscirà definitivamente. Fossacesia seguirà. Ma per questi Comuni problemi ulteriori alla liquidazione dell’Unione non ci sono perché essendo superiori ai 5mila abitanti non hanno l’obbligo che hanno Castel frentano, Treglio, Frisa, Mozzagrogna, Paglieta, Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Santa Maria Imbaro, Perano e Sant’Eusanio, di unirsi. «La legge entrata in vigore l’8 aprile ci impone di associarci per raggiungere quota 5mila abitanti» spiega Massimiliano Berghella neo sindaco di Treglio «e sarà una sfida. Sulla soppressione sono titubante anche perché le conseguenza sono molte: ci sono posti di lavoro da salvaguardare, andrebbero cestinati 10 anni di attività e i Comuni dovranno sostenere le spese di liquidazione. E bisogna capire, assieme ai debiti, a quanto ammontano». «Lunedì vedremo il da farsi», aggiunge Tommaso Schips sindaco di Mozzagrogna «tenterei di andare avanti un altro anno rivedendo alcuni punti. Poi noi comuni minori comunque dovremmo associarci. C’è incertezza anche perché per statuto se 7 sindaci su 12 escono, automaticamente decade l’Unione». Favorevole alla caduta dell’Unione è il sindaco di Frisa Rocco di Battista: «Non sono per continuare così come è ma decideremo assieme. Regione e Stato hanno tolto fondi e ci sono debiti. È una situazione da risolvere entro il 30 giugno». «Così non va», aggiunge il sindaco di Castel Frentano Gabriele D'Angelo «il mio comune spende 200mila euro annue per l’Unione e ne ricava 64mila. Il personale è a mezzo servizio e ora ci sono 128mila euro di debiti del 2013 da ripartire tra i comuni e altrettanti ci saranno per il 2014. Costi insopportabili».

Teresa Di Rocco

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