Va in pigiama a farsi arrestare

5 Ottobre 2009

Indagato per droga preferisce il carcere ai domiciliari

VASTO. Evade dai domiciliari per tornare in cella. Viene “accontentato”, ma dopo 24 ore il giudice lo “rispedisce” a casa. Una vicenda singolare quella che ha per protagonista Rodolph Pinto, operaio 40enne di San Salvo, arrestato sei mesi nell’ambito di una operazione antidroga della Procura di Foggia, che ha portato in carcere 31 indagati. Mandato ai domiciliari dopo alcuni mesi di detenzione, dice che stare chiuso in casa, non poter nemmeno portare la figlioletta al parco, lo deprime.

L’impossibilità di condurre una vita “normale”, uscire con la famiglia, incontrare amici, pur vivendo tra le mura di casa, ha raccontato ai militari, lo ha reso insofferente fino sprofondarlo nella depressione. E non avendo idea di quanto potrebbe durare l’attesa del processo, ecco la decisione della «evasione» e la successiva irruzione in pigiama in caserma.

L’uomo era finito in manette la scorsa primavera con l’accusa di detenzione di droga a fine di spaccio. Secondo la procura di Foggia avrebbe fatto parte di una organizzazione che distribuiva cocaina in Spagna, Germania e nei Paesi Bassi. Un giro di affari di 200mila euro al mese, nel quale Pinto era considerato un “semplice” pusher. Ma l’udienza davanti al gip di Foggia per iniziare a definire la sua posizione è ancora lontana.

Le indagini, partite nel 2006, non sono ancora concluse. Il dossier antidroga consegnato dai carabinieri di San Severo e dai colleghi di Vasto e San Salvo alla Procura di Foggia è composto da più di 5mila pagine. 860 i capi di imputazione, 31 gli indagati finiti in manette, altri 5 come lui risiedono nel Vastese. Dopo aver trascorso un periodo di detenzione nel carcere di Torre Sinello, l’uomo a fine marzo ottenne i domiciliari. Una concessione che lo ha portato a trascorrere molte ore in solitudine.

E giovedì sera l’operaio ha detto basta. Si è presentato in pigiama al piantone della caserma dei carabinieri. «Arrestatemi. Voglio tornare in carcere», ha chiesto perentorio. I carabinieri hanno dovuto “accontentarlo”. Non potevano fare altrimenti: allontanandosi da casa l’uomo si è reso colpevole del reato di evasione e la legge prevede l’arresto anche senza la flagranza del reato. La sera stessa l’operaio è entrato nel carcere vastese di Torre Sinello. Sabato mattina, assistito dall’avvocato Giovanni Cerella è comparso davanti al gip Caterina Salusti per la convalida dell’arresto.

Al termine dell’udienza però ha riottenuto nuovamente i domiciliari in attesa del giudizio in programma il 19 ottobre prossimo. Il difensore intende chiedere il rito abbreviato che prevede uno sconto di pena. La decisione di allontanarsi da casa, anche se per andare in caserma, può infatti costare a Pinto una condanna fino a cinque mesi. Col rito abbreviato la pena sarebbe ridotta. Ma l’indagato non cerca sconti di pena o il beneficio dei domiciliari. «Se sono un pericolo pubblico», è il senso della sua dichiarazione ai carabinieri, «tenetemi dentro. Altrimenti ridatemi la libertà». (cr.va.)