Ortona, la sede produttiva del consorzio Vini Citra

ORTONA

Vini Citra, i soci decidono sul futuro della cooperativa

Assemblea con i rappresentanti delle nove cantine aderenti al consorzio. Il presidenti Di Campli: "Solo uniti si vince, soprattutto in tempi difficili"

ORTONA. Giornata cruciale per la più importante cooperativa vitivinicola d'Abruzzo, Citra. Oggi pomeriggio, 31 ottobre, i soci delle nove cantine sono chiamati a riunirsi in assemblea davanti ai risultati ottenuti e alle strategie tracciate dal presidente Valentino Di Campli. Un'occasione di confronto su un percorso finora ampiamente condiviso e che oltre ad aver conseguito risultati positivi (+6% del fatturato anche a settembre, +65% in dieci anni) si sta concretizzando verso iniziative di maggiore integrazione e sviluppo verso il quale, però alcune cantine hanno mostrato un approccio diverso. E' così che l'assemblea di oggi si trasforma in un faccia a faccia al termine del quale si paventano due strade: o si prosegue sempre più insieme e uniti per un cammino che il presidente si appresta a tracciare, o si cambia rotta se di dovesse formalizzare una diversa e maggioritaria volontà nel corso dell'assemblea. La posta in palio è notevole.

Al consorzio Citra aderiscono 9 cantine _ Eredi Legonziano, Rinascita Lancianese, San Nicola di Pollutri, Cantina sociale di Paglieta, San Giacomo di Rocca San Giovanni, San Zefferino, Caldari di Ortona, Progresso agricolo di Crecchio, Coltivatori diretti di Tollo, Sincarpa di Torrevecchia Teatina _ e rappresenta 1/3 della produzione regionale abruzzese con 3mila soci. Essendo l'unica cooperativa di secondo grado in Abruzzo ricopre un ruolo sociale importante ancorché economico.

Valentino Di Campli, presidente del consorzio Vini Citra

"C'è la necessità di evolvere sempre di più, di raggiungere una cooperazione più adeguata e idonea per poter lavorare sui mercati e valorizzare i nostri vini", è il "messaggio" che Valentino Di Campli ha fatto arrivare ai soci in una lettera partendo dai numeri raggiunti in dieci anni e che hanno fatto crescere la cooperativa. L'esempio arriva dal Nord dove la cooperazione ha seguito l'evoluzione indicata e trovato riscontri oggettivi. "Occorre guardare al futuro, decidere come ci si deve attrezzare e affrontare in pieno covid periodi difficili", aggiunge Di Campli in un messaggio che suona come un appello, "al Nord hanno capito che nessuno si salva da solo mi auguro che anche all'interno della nostra realtà si rifletta bene lasciando da parte spinte di campanile che portano invece su altri binari". Nell'assemblea le 9 cantine di Citra sono chiamate a chiarire questa visione diversa e scegliere: sempre più cooperazione o ricavarsi e trattenere margini di autonomia? E ognuno dei due casi porta alla ridefinizione della missione consortile.