Violenze sulle donne, sotto osservazione 60 casi

22 Novembre 2013

Oltre seicento i contatti avuti dal Centro Donnattiva in tre anni di attività Forze dell’ordine assenti, il procuratore Prete: «Non vi sentite coinvolti»

VASTO. È trasversale perché interessa tutti i ceti sociali, dalla casalinga alla dirigente d’azienda, si consuma tra le mura domestiche e le vittime hanno un’età variabile dai 20 ai 60 anni. I dati del Centro Donnattiva offrono uno spaccato della violenza subita dalle donne che si rivolgono nella sede di via Anelli per essere aiutate in un percorso che non è privo di ostacoli e sofferenza.

Dal 2010 ad oggi la struttura aperta dal Comune ha registrato oltre 600 contatti (cioè persone che hanno chiesto informazioni) e ha preso in carico più di sessanta donne vittime di abusi, maltrattamenti e stalking, residenti a Vasto e nel circondario, ma anche nel vicino Molise. «Negli ultimi tempi abbiamo registrato una crescita esponenziale di richieste di aiuto in concomitanza a una serie di eventi di sensibilizzazione e alla creazione della rete anti- violenza», spiega Licia Zulli, responsabile del Centro Donnattiva, «quello di Vasto non è uno sportello di ascolto, ma un centro antiviolenza pilota, il secondo della regione dopo Pescara».

«Molte donne si rivolgono a noi solo per essere ascoltate», dice Barbara Catalano, operatrice di accoglienza, «altre hanno bisogno di essere sostenute nella denuncia e nella ricerca di un lavoro. Nei casi che giungono alla nostra osservazione riscontriamo prima di tutto la violenza psicologica, seguita da quella fisica ed economica. Le donne con questo genere di problematica sono vittime a più livelli».

Dalle operatrici, tutte donne, ottengono non solo la solidarietà femminile, ma l’aiuto necessario. «Hanno bisogno di riprendere le fila della loro vita», aggiunge Margherita Barone, psicologa e psicoterapeuta del Centro, «e di riconquistare quella tranquillità nel quotidiano che per loro è fondamentale».

Della violenza, in ogni sua sfaccettatura, si è parlato ieri nel convegno sul femminicidio organizzato al D’Avalos, che ha registrato la partecipazione, tra gli altri, del sindaco Luciano Lapenna, dell’assessore alle politiche sociali Anna Suriani, del prefetto Fulvio Rocco De Marinis e del procuratore capo Francesco Prete che ha aderito con convinzione alla rete anti-violenza attivata dal Comune con i servizi socio-sanitari (Sert, Centro di salute mentale, Consultorio, Pronto soccorso), i carabinieri e la polizia municipale. «Ci troviamo di fronte a un crimine muto nella misura in cui l’autore di questo reato fa leva sulla intimidazione della vittima», è l’analisi del magistrato che si è rammaricato «per la mancanza in questa aula dei vertici delle forze dell’ordine locali che, forse, non si sentono coinvolti in questo progetto».

Anna Bontempo

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