Lanciano, è un "Rapino show" alla prima del Premio Campiello / VIDEO
Lo scrittore a viso aperto nella sua città: battute, aneddoti, critiche. "Emozionato? Sì, ma mai come quando il Lanciano è andato in serie B"
LANCIANO. Un Remo Rapino come non l'avreste mai detto. Rilassato, aperto, semplice, simpatico, senza peli sulla lingua e in stile confidenziale. Al punto da raccontare che cosa succede dietro le quinte dei premi e le vicende da lui inopinatamente vissute sul filo del rapporto tra cultura, letteratura e commercializzazione che come ha avuto modo di dire, "è un grande problema nel nostro Paese". Uno show. Lanciano ha accolto con grandi applausi e risate il Premio Campiello 2020 alla sua prima conferenza stampa in città nella sala “Benito Lanci” della ex Casa di Conversazione.
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Rapino ha dimostrato di trovarsi a suo agio fra la sua gente e nell'ambiente dove ha trovato ispirazione per il suo romanzo. "Sono disposto a tutto, vado dove mi dicono di andare", ha detto schiettamente accettando di ricoprire il testimonial di rappresentante della cultura della città.
Fra gli aneddoti più applauditi raccontati dallo scrittore frentano (è di Casalanguida), quello sulla telefonata ricevuta dal critico d'arte Vittorio Sgarbi che, in veste di sindaco, lo ha invitato ad andare a Sutri (Viterbo): "Ha detto che il 18 mi farà venire a prendere da un autista...".
E poi il bar Piccadilly di Lanciano, suo punto di ritrovo, scambiato nel corso di qualche incontro culturale per il quartiere di Londra, i risvolti (e le critiche) sul Premio Strega. E quando alla fine del Campiello ha raccontato che qualcuno gli ha domandato se fosse emozionato. "Ho risposto sì", ha ammesso "ma mai come quando il Lanciano è andato in serie B". (a.mo.)
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