Vincent Massari, il marsicano che “portò” Silone negli Usa
In un libro la vita del cronista, editore, sindacalista e politico emigrato nel 1915 Sbarcato in America seppe del terremoto che aveva sconvolto la sua terra
AVEZZANO. Alcune strade di montagna nel Colorado ricordano in qualche modo quelle che attraversano i parchi dell’Abruzzo. Ben lo aveva presente John Fante quando cantava la terra d’origine del padre muratore che aveva lasciato Torricella Peligna per tentare l'avventura nel Nuovo Mondo. Presto si è trovato a impararlo Vincenzo “Vincent” Massari (1898– 1976), l’abruzzese che ha fatto conoscere Ignazio Silone agli Stati Uniti. Cronista, editore, sindacalista, uomo politico. La sua storia è raccontata nel libro “Vincent Massari - Cronache di un abruzzese in America”, di Alessio De Stefano, in uscita sabato 4 marzo per Radici Edizioni, la parabola di un emigrante che ha dato e avuto tanto dall’America, senza comunque dimenticare mai il suo piccolo paese d’origine, Luco dei Marsi.
Quando Vincenzo Massari si imbarca sul Taormina per raggiungere gli Stati Uniti ha 17 anni. Arrivato a Ellis Island scopre che, mentre era in viaggio la terra ha tremato ad Avezzano, cancellando città e paesi attorno a quello che era stato, fino a pochi decenni prima, il lago Fucino. Vincenzo diventa così un superstite, il testimone di un mondo che non esiste più, e comincia presto a collaborare con la stampa in lingua italiana, inizialmente per denunciare le condizioni di vita di chi, come suo padre, sgobba in miniera, in seguito per creare un ponte tra l’Abruzzo e l’America. Prima come sindacalista, giornalista ed editore, poi come fervido antifascista e divulgatore dell’opera siloniana, a partire da “Fontamara”. Il primo giornale che fonda, Marsica Nuova, porta nel nome proprio la sua terra d’origine. Seguono altre esperienze editoriali, affiancate da una passione politica che lo spinge a entrare in contatto con importanti esponenti della cultura italo-americana, tra cui l’anarchico Carlo Tresca.
Infine l’ascesa dalla Camera dei rappresentanti al Senato, viatico per la realizzazione di un sogno: la nascita dell’Università del Colorado con sede a Pueblo, la sua città. Con l’aiuto del fondo donato da Vincenzo “Vincent” Massari alla stessa università, Alessio De Stefano ricostruisce, in questa opera prima, vita e carriera di un uomo ricordato come “Il Leone Italiano”. «L’ho scoperto casualmente, facendo ricerche su storie della mia terra», spiega De Stefano. «La prima volta che ho letto il nome di Vincenzo Massari ero sulle tracce dei pescatori del lago del Fucino che avevano vissuto e faticato lungo le sponde di quello che fu, fino al suo prosciugamento definitivo avvenuto nel 1878, il terzo bacino d’acqua dolce d’Italia per estensione. Non sapevo nulla di lui. Un pomeriggio, durante una ricerca negli archivi digitali dei Colorado Newspapers, mi sono imbattuto nella sua vicenda umana e politica e ne sono stato catturato».
Il libro, che verrà presentato sabato 4 alla sala Di Nicola del Comune di Avezzano (ore 17.30 con Gianluca Salustri) e sabato 11 alla libreria Mondadori di Pescara (ore 18 con Mara Mattoscio), è il secondo titolo della collana Vite di Radici Edizioni che segue la biografia su Vito Taccone pubblicata lo scorso anno, a cura del giornalista Federico Falcone. Dopo aver raccontato con successo la vita dell’indimenticato ciclista soprannominato “Il camoscio d’Abruzzo”, la stessa casa editrice abruzzese ripropone questo nome sconosciuto ai più, ma personaggio dalla vita appassionante e vanto di una gran fetta di italiani emigrati all’inizio del Novecento.
Particolare attenzione è stata dedicata dall’autore anche al lavoro svolto da Massari nel 1934 su “Fontamara”. Negli Usa la storia dei Cafoni narrati da Silone trovò spazio proprio sui giornali diretti da Massari, che iniziò a pubblicarla a puntate da luglio del 1934 sulle pagine de L’Unione, testata a diffusione nazionale. De Stefano è nato ad Avezzano nel 1987. Dal 2019 si occupa di raccogliere e raccontare libri, storie e tesori d’arte della sua terra nella Piccola biblioteca marsicana.
Quando Vincenzo Massari si imbarca sul Taormina per raggiungere gli Stati Uniti ha 17 anni. Arrivato a Ellis Island scopre che, mentre era in viaggio la terra ha tremato ad Avezzano, cancellando città e paesi attorno a quello che era stato, fino a pochi decenni prima, il lago Fucino. Vincenzo diventa così un superstite, il testimone di un mondo che non esiste più, e comincia presto a collaborare con la stampa in lingua italiana, inizialmente per denunciare le condizioni di vita di chi, come suo padre, sgobba in miniera, in seguito per creare un ponte tra l’Abruzzo e l’America. Prima come sindacalista, giornalista ed editore, poi come fervido antifascista e divulgatore dell’opera siloniana, a partire da “Fontamara”. Il primo giornale che fonda, Marsica Nuova, porta nel nome proprio la sua terra d’origine. Seguono altre esperienze editoriali, affiancate da una passione politica che lo spinge a entrare in contatto con importanti esponenti della cultura italo-americana, tra cui l’anarchico Carlo Tresca.
Infine l’ascesa dalla Camera dei rappresentanti al Senato, viatico per la realizzazione di un sogno: la nascita dell’Università del Colorado con sede a Pueblo, la sua città. Con l’aiuto del fondo donato da Vincenzo “Vincent” Massari alla stessa università, Alessio De Stefano ricostruisce, in questa opera prima, vita e carriera di un uomo ricordato come “Il Leone Italiano”. «L’ho scoperto casualmente, facendo ricerche su storie della mia terra», spiega De Stefano. «La prima volta che ho letto il nome di Vincenzo Massari ero sulle tracce dei pescatori del lago del Fucino che avevano vissuto e faticato lungo le sponde di quello che fu, fino al suo prosciugamento definitivo avvenuto nel 1878, il terzo bacino d’acqua dolce d’Italia per estensione. Non sapevo nulla di lui. Un pomeriggio, durante una ricerca negli archivi digitali dei Colorado Newspapers, mi sono imbattuto nella sua vicenda umana e politica e ne sono stato catturato».
Il libro, che verrà presentato sabato 4 alla sala Di Nicola del Comune di Avezzano (ore 17.30 con Gianluca Salustri) e sabato 11 alla libreria Mondadori di Pescara (ore 18 con Mara Mattoscio), è il secondo titolo della collana Vite di Radici Edizioni che segue la biografia su Vito Taccone pubblicata lo scorso anno, a cura del giornalista Federico Falcone. Dopo aver raccontato con successo la vita dell’indimenticato ciclista soprannominato “Il camoscio d’Abruzzo”, la stessa casa editrice abruzzese ripropone questo nome sconosciuto ai più, ma personaggio dalla vita appassionante e vanto di una gran fetta di italiani emigrati all’inizio del Novecento.
Particolare attenzione è stata dedicata dall’autore anche al lavoro svolto da Massari nel 1934 su “Fontamara”. Negli Usa la storia dei Cafoni narrati da Silone trovò spazio proprio sui giornali diretti da Massari, che iniziò a pubblicarla a puntate da luglio del 1934 sulle pagine de L’Unione, testata a diffusione nazionale. De Stefano è nato ad Avezzano nel 1987. Dal 2019 si occupa di raccogliere e raccontare libri, storie e tesori d’arte della sua terra nella Piccola biblioteca marsicana.