Accord, riassunti solo 24 dell’ex polo elettronico
Troppi esterni in fabbrica, cresce la contestazione nei confronti dell’azienda I lavoratori che hanno già perso la mobilità pronti a far scattare la protesta
L’AQUILA. Senza reddito e ancora in attesa di rientrare in fabbrica. Sale il malumore tra gli ex lavoratori del polo elettronico che hanno perso la mobilità e sono in fila per mettere piede all’interno del nuovo sito per lo smaltimento di rifiuti elettronici, progettato dall’Accord Phoenix. Gli innovativi macchinari arrivati da Germania e Francia devono ancora essere messi a punto, ma intanto l’azienda sta procedendo con il piano delle assunzioni: finora sono state ricollocate 24 persone, che dovrebbero diventare 64 a dicembre, in modo da far partire la prima linea produttiva. A regime si prevedono 129 unità. A fronte però di altre 16 assunzioni che stanno per andare in porto, si fanno largo le prime contestazioni: sarebbe troppo alta la percentuale di personale esterno, non ricompreso nell’elenco dei cosiddetti “aventi diritto”, che viene selezionato e assunto. Tra le prossime 16 assunzioni, ad esempio, ci sarebbero ben 7 addetti esterni scelti, secondo l’azienda, per le loro particolari specializzazioni. I sindacati, che vogliono incontrare al più presto il presidente Ravi Shankar, hanno chiesto da subito trasparenza nelle procedure di riassunzione del personale, con il rispetto degli accordi siglati, che prevedono di dare la priorità ai lavoratori aquilani fuoriusciti dalle aziende che, nel corso degli ultimi anni, hanno chiuso i battenti. C’è un elenco ufficiale, composto di 146 nomi, stilato in base alla presentazione dei loro curricula e dell’attestazione di disoccupazione. «Siamo preoccupati», spiegano alcuni ex lavoratori del polo elettronico, «perché, pur essendo inseriti nell’elenco a cui attingere per le assunzioni, stiamo assistendo all’ingresso in fabbrica di diverse persone esterne, che addirittura provengono da altre aziende, dove erano regolarmente assunte. L’azienda si giustifica con la necessità di personale altamente specializzato. Ma noi replichiamo che alcune di quelle professionalità sono già presenti nel bacino dell’ex polo elettronico e altre potrebbero essere facilmente formate. Quindi», concludono i lavoratori, «sollecitiamo chiarimenti e procedure corrette».
L’attesa dura da cinque anni: in tanti hanno riposto le loro ultime speranze nel progetto dell’Accord Phoenix che, dopo un lungo iter burocratico, ha avuto il via libera da Invitalia e un contributo pubblico di 10,7 milioni di euro, per un investimento complessivo di 48 milioni. Ma ci sono tempi e accordi da rispettare. I sindacati potrebbero incontrare l’ingegnere anglo-indiano Shankar già domani: se non arriveranno risposte soddisfacenti, verrà convocata un’assemblea e si decideranno eventuali contromosse.
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