Addio Ottorino, re degli spaghetti western
Muore in ospedale l’attore Polentini, di casa a Poggio Cancelli. Lavorò con Bud Spencer e Terence Hill
L’AQUILA. L’ultimo applauso per Ottorino Polentini, che si è spento in ospedale, dopo un breve ricovero.
L’attore romano, 80 anni, era di casa a Poggio Cancelli, frazione del comune di Campotosto, dove in tanti lo ricordano con affetto. Nel paese lacustre aveva infatti stabilito la sua residenza, in un’abitazione in via San Giorgio. Fino a quando la salute glielo ha consentito, vi ha trascorso le sue giornate raccontando l’epopea dei tanti film che, a partire dal 1971 e fino al 1991, lo hanno visto sul set accanto a nomi noti della cinematografia nazionale, da Bud Spencer e Terence Hill (“Continuavano a chiamarlo Trinità”, girato in larga parte a Campo Imperatore) a Giuliano Gemma (“L’arciere di fuoco”), da Riccardo Garrone, a Memmo Carotenuto.
Amava narrare i tanti aneddoti legati al mondo del cinema ai suoi compaesani, prima di trasferirsi nella residenza sanitaria assistenziale di Fontecchio da dove, nella notte tra sabato e domenica scorsi, è stato trasferito all’ospedale regionale San Salvatore, dove le sue condizioni si sono progressivamente e rapidamente aggravate fino al decesso, avvenuto domenica mattina.
Oltre dieci pellicole censite dagli esperti nel variegato mondo degli spaghetti western lo vedono nel cast affidato a registi quali Giancarlo Santi, E.B. Clucher, pseudonimo di Enzo Barboni, Giuliano Carnimeo, Giorgio Ferroni e sceneggiatori come Ennio De Concini.
Ecco alcuni dei titoli dei film cui ha partecipato: Continuavano a chiamarlo Trinità (1971); L'arciere di fuoco (1971); Il grande duello (1972); Dudu il maggiolino scatenato (1972); Così sia (1972); Hai sbagliato... dovevi uccidermi subito! (1972), Dio, sei proprio un padreterno! (1973); Sentivano uno strano, eccitante, pericoloso puzzo di dollari (1973); Lo chiamavano Tresette... giocava sempre col morto (1973); Di Tresette ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno (1974); Fuga da Kayenta (1991). (cr.aq)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
L’attore romano, 80 anni, era di casa a Poggio Cancelli, frazione del comune di Campotosto, dove in tanti lo ricordano con affetto. Nel paese lacustre aveva infatti stabilito la sua residenza, in un’abitazione in via San Giorgio. Fino a quando la salute glielo ha consentito, vi ha trascorso le sue giornate raccontando l’epopea dei tanti film che, a partire dal 1971 e fino al 1991, lo hanno visto sul set accanto a nomi noti della cinematografia nazionale, da Bud Spencer e Terence Hill (“Continuavano a chiamarlo Trinità”, girato in larga parte a Campo Imperatore) a Giuliano Gemma (“L’arciere di fuoco”), da Riccardo Garrone, a Memmo Carotenuto.
Amava narrare i tanti aneddoti legati al mondo del cinema ai suoi compaesani, prima di trasferirsi nella residenza sanitaria assistenziale di Fontecchio da dove, nella notte tra sabato e domenica scorsi, è stato trasferito all’ospedale regionale San Salvatore, dove le sue condizioni si sono progressivamente e rapidamente aggravate fino al decesso, avvenuto domenica mattina.
Oltre dieci pellicole censite dagli esperti nel variegato mondo degli spaghetti western lo vedono nel cast affidato a registi quali Giancarlo Santi, E.B. Clucher, pseudonimo di Enzo Barboni, Giuliano Carnimeo, Giorgio Ferroni e sceneggiatori come Ennio De Concini.
Ecco alcuni dei titoli dei film cui ha partecipato: Continuavano a chiamarlo Trinità (1971); L'arciere di fuoco (1971); Il grande duello (1972); Dudu il maggiolino scatenato (1972); Così sia (1972); Hai sbagliato... dovevi uccidermi subito! (1972), Dio, sei proprio un padreterno! (1973); Sentivano uno strano, eccitante, pericoloso puzzo di dollari (1973); Lo chiamavano Tresette... giocava sempre col morto (1973); Di Tresette ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno (1974); Fuga da Kayenta (1991). (cr.aq)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.