Aggregazione e socialità nella nuova struttura
Il gruppo alpini gestisce l’unico polo di attrazione a servizio della comunità per ritessere i rapporti
L’AQUILA. È comparsa proprio non appena completato l’insediamento abitativo del “Progetto Case”.
Una struttura conosciuta in molte delle 19 new-town come “Tenda amica”, punto di ritrovo e socializzazione che inizialmente, nella frazione di Camarda, è stato gestito dalla Caritas Lombardia. Non appena conclusa la missione dei volontari Caritas a Camarda, la struttura, inizialmente destinata a essere rimossa, grazie all’impegno congiunto dell’associazione onlus “Insieme per Camarda” e dell’associazione culturale “Il Treo” ha potuto invece continuare la sua funzione sociale grazie alle attività organizzate dalle due associazioni che ne hanno sostenuto e gestito i costi.
È anche grazie a questa esperienza che queste realtà associative hanno appreso cosa significa gestire un centro di aggregazione.
Ancora oggi, il gruppo “Insieme per Camarda” cerca di mettere a disposizione di tutti la propria esperienza, sempre aperta a ogni forma di collaborazione.
La “Tenda Amica” è stata, per così dire, un embrione di quello che oggi rappresenta il Centro polifunzionale per il borgo. Ultimata la costruzione del Centro, la gestione della “Tenda amica” è stata lasciata al gruppo alpini locale. In altre occasioni, queste strutture sono state utilizzate per attività di protezione civile, anche come aree di prima accoglienza alternative a quelle individuate dal piano di gestione di un evento critico.
Un’esperienza, quella della “Tenda amica”, di cui ha parlato Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno e già ausiliare all’Aquila nel post-sisma. «Le abbiamo chiamate “tende amiche” perché sono semplici luoghi dove ci s’incontra, ci si conosce e insieme si cammina diventando appunti amici», scrive in “Nulla andrà perduto: il mio grido di speranza per l’Italia”. «E devo dire che sono risultate veramente “amiche”, tende dove persone che prima non si conoscevano hanno legato le loro esistenze, creando comunità. Che gioia per un pastore vederle stracolme di gente per la celebrazione domenicale. E subito dopo, nello stesso spazio, consumarvi insieme il pranzo e, a seguire, assistere a uno spettacolo preparato da gruppi di animazione. Riprende la vita e, a piccoli passi si ritesse la speranza». (fab.i.)
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