Ateneo, nuovi veleni Cifone lascia la commissione
Strascico di polemiche dopo l’elezione del rettore Inverardi Nel mirino l’istituzione delle scuole universitarie
L’AQUILA. Anche a elezioni concluse, non si placa la guerra nell’Ateneo. Di ieri l’ultimo atto in ordine di tempo: l’ex preside di Medicina Maria Grazia Cifone ha rassegnato le dimissioni da presidente della commissione didattica. La presidente del Dipartimento di medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell'ambiente (Mesva) ha motivato quella che definisce una «decisione sofferta» con una lunga mail inviata al rettore Ferdinando di Orio (suo sostenitore durante le elezioni), ai colleghi e al personale tecnico amministrativo. Una lettera in cui la Cifone sembra scagliarsi soprattutto contro il neoeletto rettore Paola Inverardi, parlando di «gazzarra su una convocazione di consigli di area didattica» scatenata da parte di «un dipartimento che subito, fedele ai patti elettorali, ha trovato l’appoggio del nuovo Rettore». «Non nascondo che mi sono chiesta, e con me centinaia di colleghi, se si comporta in questo modo adesso che non ha alcun titolo specifico per farlo, cosa farà la prof. Inverardi quando si insedierà come rettore?». Nodo del contendere è l’istituzione delle Scuole universitarie: strutture di coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche dei Dipartimenti e dei Corsi di studio e di gestione dei servizi comuni (mobilità, orientamento, tutorato). «La comunicazione del rettore durante la seduta di Senato accademico in merito alla non volontà politica di fare le Scuole di molti direttori di dipartimento, forse tutti con la sola eccezione della scrivente, mi porta a pensare che le istanze e le reiterate e accorate mozioni della componente studentesca non vengono prese in considerazione», ha scritto la Cifone. «Non sarò certo io a rappresentare questa non volontà politica. Ancor meno mi sento di rappresentare la evidente più o meno palesata volontà di taluni di aspettare la presa di servizio del nuovo rettore per arrivare alla costituzione delle Scuole una fra le quali, Medicina e Chirurgia, prevista dalla legge 240 con poteri specifici». La seconda motivazione apportata dall’ex preside di Medicina per chiarire le dimissioni riguarda «il mancato mantenimento dei patti concordati in seno alla commissione didattica di Ateneo per l’affidamento degli insegnamenti e la confusione che, a mio parere a causa proprio della assenza delle strutture di raccordo (le Scuole), è presente nelle procedure seguite che, nei fatti, hanno delegittimato i consigli di area didattica (Cad) da una parte e strumentalizzato gli stessi dall’altra». Poi l’amaro congedo. «Dal momento in cui non posso più rappresentare le posizioni della maggioranza dei membri della commissione, rassegno le dimissioni non senza ringraziare prima di tutto il rettore di Orio per la fiducia e tutti i membri della commissione che, nel tempo, si sono succeduti».
Michela Corridore
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