Avezzano, adesca una 16enne sul web e la ricatta con le foto osé

22 Maggio 2016

La minorenne invia foto provocanti a un ragazzo di dieci anni più grande e finisce nei guai. Caso scoperto da un’insegnante

AVEZZANO. Ricatti sessuali a una ragazzina adescata su Facebook, corteggiata e raggirata: «Se non fai sesso con me pubblico le tue foto».

Pose in atteggiamenti provocanti e compromettenti.

Protagonisti della vicenda sono due avezzanesi, una studentessa di 16 anni e un ragazzo di dieci anni più grande. La minorenne si è confidata con un’insegnante, che a sua volta ha avvisato i genitori di quello che stava accadendo. Il ragazzo rischia di essere denunciato se il racconto della minore corrisponde al vero. Il padre della ragazzina racconta al Centro quanto accaduto.

«Ho deciso di presentare una denuncia per tutelarmi e per tutelare mia figlia», sottolinea l’uomo. Tutto è iniziato con una semplice conoscenza tra due ragazzi sui social, prima tramite Facebook poi, dopo essersi scambiati i numeri di telefono, anche con WhatsApp. Il giovane ha iniziato a corteggiarla.

La relazione virtuale è proseguita e i due hanno cominciato a raccontarsi particolari della loro vita. Alla fine lei si è fatta sedurre, facendosi addirittura convincere a inviare delle foto provocanti al ragazzo. «Non ti preoccupare», ha scritto il giovane, «resterà un segreto tra noi». Solo a quel punto sono divenute chiare le intenzioni del giovane avezzanese, stando al racconto fatto in seguito dalla minore. Lui ha iniziato a pretendere sempre di più, arrivando a ricattare la minorenne affinché facesse sesso con lui. In caso contrario avrebbe diffuso le foto di lei, le stesse che si era fatto spedire precedentemente. Solo a quel punto la studentessa si è resa conto di quello che stava accadendo. Sembrava un tunnel senza uscita. Ha bloccato il suo contatto in modo che non mandasse più messaggi, ma lui, con un altro numero di telefono, l’ha ricontattata, spacciandosi per un suo amico. Alla fine la studentessa, temendo di essere rimproverata dai genitori, si è rivolta a un’insegnante della scuola che frequenta. Le ha raccontato tutta la storia e la professoressa l’ha tranquillizzata, prima di chiamare i genitori. «Siamo molto preoccupati», racconta il padre della ragazza, «non sappiamo chi è questa persona e non si sa mai cosa aspettarsi. Non so che tipo di scatti mia figlia gli abbia inviato perché non ce lo ha detto», aggiunge il genitore, «ma mi auguro non si tratti di foto particolari. Quello che però dico ai ragazzi è di confidarsi con i genitori in questi casi. È meglio prendersi una sgridata che finire in guai peggiori e rischiare di subire una violenza. L’unica paura per un genitore sono i silenzi di un figlio».

Pietro Guida

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