Avezzano, fugge dopo un furto e muore nel fango
La vittima è il 40enne Tatangelo, avrebbe tentato di rubare i cavi di rame alla centrale fotovoltaica di Borgo Incile, ma sorpreso dai carabinieri è sfuggito e potrebbe essere stato colto da infarto
AVEZZANO. Ha corso per 4 chilometri tra i campi, attraversando fossi e canali, per sfuggire ai carabinieri. Con il fango fino alle ginocchia, sfiancato e in preda a spasmi respiratori, si è accasciato a terra. Il corpo senza vita è stato trovato all’alba di ieri da un pescatore nei pressi di Borgo Incile di Avezzano. Era coricato sulla pancia, con l’avambraccio sotto la testa, il busto completamente scoperto e con numerosi graffi sul dorso. La posizione del corpo, il fatto che fosse semi-svestito e soprattutto un pezzo di legno trovato poco distante dal corpo, all’inizio non avevano fatto escludere la possibilità di un delitto. Anzi, immediatamente si era pensato a un magrebino per via della carnagione scura. In realtà, si trattava di Danilo Tatangelo, 40 anni, camionista, residente ad Avezzano. I carabinieri sono giunti alla sua identificazione anche perché il suo furgoncino era stato trovato all’esterno di una centrale fotovoltaica a Strada 46 nel Fucino, proprio a quattro chilometri di distanza dal ritrovamento del corpo. Tutto era iniziato, l’altra notte, proprio nella centrale fotovoltaica dove, pare, che l’uomo si sia introdotto per rubare i cavi di rame che collegano i vari pannelli. Una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri di Avezzano di passaggio davanti alla centrale ha notato qualcosa di insolito. È iniziata una perlustrazione dall’esterno con l’ausilio delle torce. La luce deve essere stata notata da Tatangelo che ha cercato di sfuggire ai carabinieri. Ha scavalcato la recinzione. La corsa, pensando di essere inseguito dai carabinieri, è stata frenetica per i campi melmosi, irrigati di continuo per consentire la crescita degli ortaggi. Senza voltarsi, metri su metri con il cuore in gola. Forse per asciugarsi il sudore si è tolta la maglia. Alla fine è caduto a terra stremato: il suo cuore avrebbe ceduto per la fatica. I carabinieri hanno sequestrato il furgone e cominciato le ricerche del proprietario. All’alba il ritrovamento del corpo da parte del pescatore che ha avvisato i carabinieri. Sul posto sono giunti i carabinieri della stazione di Luco dei Marsi al comando del maresciallo Marco Fanella. È stato avvisato il magistrato di turno che dopo i rilievi medico-legali e di indagine ha disposto l’autopsia che sarà eseguita nei primi giorni della prossima settimana. L’uomo lascia una compagna e una bambina di 7 anni. «Erano tre anni che era disoccupato», ha commentato il legale della famiglia, Moreno Persia, «e per questo versava in un grave stato di bisogno». La famiglia è assistita anche dall’avvocato Mario Del Pretaro.
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