Battista incassa sorrisi e applausi
Cantieri dell’immaginario, il comico è mattatore sul palco di San Bernardino
L’AQUILA. «Per raggiunge L’Aquila da Roma c’ho messo un’ora e un quarto. Per trovà la scalinata di San Bernardino c’ho messo er doppio der tempo e ho dovuto fa’ cinque volte il giro di Santa Maria di Farfa». Taglio di barba impeccabile e sorriso compiaciuto del sold out, il comico romano Maurizio Battista si propone come primo mattatore della notte dei Cantieri dell’Immaginario. Sorrisi, applausi, swing e Carosello, luoghi comuni da smontare e rimontare sulle capitali europee come Parigi, Berlino e Lisbona: «La città dell’amore se vai con la moglie di un altro». Battista gioca con le contraddizioni del nostro tempo (come le chat delle mamme su Whatsapp), l’inflazione, i grandi eventi. Scherza con la prima fila, chiamando in causa Alessandro Piccinini, presidente della Gran Sasso Acqua e runner. La persona giusta per demolire la maratona di Roma. Si ride ma si riflette anche. «Per gente come me, essere qui», sottolinea, «è mostrarsi vicini anche alle sofferenze, come le ferite di questa città che comunque sta rinascendo piano piano: un vero comico deve aver sofferto, se un comico non ha sofferto è un mezzo comico. E come si fa a soffrire? Si deve vivere e io la sofferenza la conosco bene e la racconto durante le mie serate». Sullo sfondo, la trama di uno spettacolo “Ai miei tempi non era così…”, tradotto nella lingua locale sarebbe “se stea meglio quando se stea peggio”. Le premesse si sono tutte: «Siamo veramente sicuri che il passato coincida con l’idea di vecchio e il presente con l’idea di un nuovo che ci costringe ad arrancargli dietro, fino a farci invecchiare prima del tempo? E chi l’ha detto che la felicità consiste in un accumulo di effetti speciali o non piuttosto, com’era una volta, dal sapersi divertire con talmente poco che eravamo noi a sentirci speciali». Tra queste e altre domande, si muove il comico in uno slalom per non urtare i paletti dell’ipocrisia e dell'ignoranza, issati dall’epoca attuale. Siamo pur sempre nell'era del “politically correct” a tutti i costi. Intanto, è iniziato il conto alla rovescia in vista del 22 luglio quando il comico salirà su un palco di 60 metri nello stadio più grande della storia: il Circo Massimo, generalmente concesso solo alle grandi star della musica (come Springsteen o i Guns n’ Roses di recente) o per eventi come la festa per lo scudetto della Roma del 2001. «Saremo in 40 a condividere il palco davanti a 8.500 persone. E ci saranno anche 54 bagni chimici». (fab.i.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .
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