Beni culturali, mancano le risorse
Certificati 3 miliardi di danni a chiese e palazzi, ma i fondi non ci sono
L’AQUILA. Alla fine è passato anche il Natale, sull’arte d’Abruzzo ferita dal terremoto. Un Natale per fortuna senza neve e con cinquanta chiese riaperte filo filo per l’arrivo del Bambinello. Ma con tanta pioggia. E fastidioso vento. E una situazione di fatto ancora tragica per tutto il patrimonio culturale. L’inverno potrebbe rappresentare ancora un pericolo per molti dei monumenti ancora da mettere in sicurezza. «Qui il lavoro è enorme, difficilissimo da portare avanti», spiega facendo il confronto con le tragedie del passato, dal Friuli a Marche ed Umbria, il sub commissario Luciano Marchetti.
«Abbiamo potuto contare su un grande aiuto della Protezione civile, ma abbiamo a che fare con un realtà molto complessa».
Una situazione difficile per i soldi, che dopo 8 mesi, con danni certificati per 3 miliardi di euro, sono ancora in gran parte solo promesse. Difficile per la logistica, con i cantieri affastellati, le strade ancora in parte con le macerie da rivedere per il recupero dei restauri, lo scempio concentrato su un territorio relativamente limitato. Difficile persino per la mancanza di risorse umane, con una squadra di soli venti tecnici al servizio del vice commissario. Lui, per la fase della ricostruzione la vorrebbe triplicata con l’aggiunta di personale amministrativo per gestire i pagamenti.
Intanto il grosso dei monumenti compresi nella «lista di nozze» distribuita durante il G8 ai grandi della Terra, rimasto orfano, solo dieci adozioni su 45 e un grosso fardello che sembra destinato a pesare sulle casse dello Stato Italiano.
La «lista» comunque solo una parte. Per restaurare il patrimonio, servono 3 miliardi di euro spalmati in dieci anni di lavoro, ribadisce Luciano Marchetti. Il conto di questi primi otto mesi è molto più ridotto: al sub commissario sono arrivati 20 milioni della Protezione civile e 2 milioni di fondi ordinari dal ministero dei Beni culturali (ai quali si dovrebbero aggiungere 4 milioni di euro di fondi Fas e 5 milioni di euro dai poli museali).
Oltre ai 12 milioni di euro per il progetto «Una chiesa per Natale» che sono in arrivo anche grazie alla Cei, la Conferenza episcopale.
Il segretario della Uil Beni Culturali Gianfranco Cerasoli (membro anche del Consiglio superiore dei Beni culturali) chiede una legge speciale con risorse aggiuntive e punta il dito sugli appalti per le chiese, preoccupato per alcuni ribassi troppo forti, fino al 28-29%. «In alcuni casi non c’è stata assegnazione», rassicura Marchetti. Per chiedere al governo che trovi le risorse, se necessario anche con una tassa di scopo per il restauro del patrimonio, hanno lanciato insieme un appello 7 ex ministri della cultura, da Alberto Ronchey a Rocco Buttiglione, da Giovanna Melandri ad Antonio Paolucci e Walter Veltroni, appello rimasto finora senza seguito.
In questi mesi si comunque lavorato sodo. Le chiese puntellate sono circa il 50 per cento, e grazie ai soldi della Protezione civile nazionale i debiti con le imprese sono stati pagati. «Da fare resta tantissimo, ma le soddisfazioni non sono mancate», dice il sub commissario che cita la riapertura con una copertura provvisoria di Collemaggio e la copertura delle Anime Sante, le chiese che hanno potuto accogliere i fedeli a Natale.
Oltre ai recuperi, anche a distanza di mesi: dentro Santa Maria Paganica, racconta, stata appena recuperata miracolosamente una tela di Damini.
A breve ci sarà il passaggio di testimone: la Protezione civile lascerà il ruolo di commissario al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e il governatore dovrà scegliere se riconfermare Marchetti come vice per i Beni culturali. Lui intanto ha fatto il piano per il 2010, con una richiesta di finanziamento di 60 milioni di euro.
Primi obiettivi: la riapertura anche parziale della chiesa delle Anime Sante in piazza Duomo (bisogna ancora mettere in sicurezza l’abside) e la copertura di Santa Maria Paganica con una struttura particolare, realizzata con materiali di sintesi che hanno la stessa sagoma dell’acciaio e un peso molto inferiore.
Tecniche di alto livello, come è stato per il “cappellone blu” che adesso protegge le Anime Sante. Anche se le risorse sono quelle che sono.
«Abbiamo potuto contare su un grande aiuto della Protezione civile, ma abbiamo a che fare con un realtà molto complessa».
Una situazione difficile per i soldi, che dopo 8 mesi, con danni certificati per 3 miliardi di euro, sono ancora in gran parte solo promesse. Difficile per la logistica, con i cantieri affastellati, le strade ancora in parte con le macerie da rivedere per il recupero dei restauri, lo scempio concentrato su un territorio relativamente limitato. Difficile persino per la mancanza di risorse umane, con una squadra di soli venti tecnici al servizio del vice commissario. Lui, per la fase della ricostruzione la vorrebbe triplicata con l’aggiunta di personale amministrativo per gestire i pagamenti.
Intanto il grosso dei monumenti compresi nella «lista di nozze» distribuita durante il G8 ai grandi della Terra, rimasto orfano, solo dieci adozioni su 45 e un grosso fardello che sembra destinato a pesare sulle casse dello Stato Italiano.
La «lista» comunque solo una parte. Per restaurare il patrimonio, servono 3 miliardi di euro spalmati in dieci anni di lavoro, ribadisce Luciano Marchetti. Il conto di questi primi otto mesi è molto più ridotto: al sub commissario sono arrivati 20 milioni della Protezione civile e 2 milioni di fondi ordinari dal ministero dei Beni culturali (ai quali si dovrebbero aggiungere 4 milioni di euro di fondi Fas e 5 milioni di euro dai poli museali).
Oltre ai 12 milioni di euro per il progetto «Una chiesa per Natale» che sono in arrivo anche grazie alla Cei, la Conferenza episcopale.
Il segretario della Uil Beni Culturali Gianfranco Cerasoli (membro anche del Consiglio superiore dei Beni culturali) chiede una legge speciale con risorse aggiuntive e punta il dito sugli appalti per le chiese, preoccupato per alcuni ribassi troppo forti, fino al 28-29%. «In alcuni casi non c’è stata assegnazione», rassicura Marchetti. Per chiedere al governo che trovi le risorse, se necessario anche con una tassa di scopo per il restauro del patrimonio, hanno lanciato insieme un appello 7 ex ministri della cultura, da Alberto Ronchey a Rocco Buttiglione, da Giovanna Melandri ad Antonio Paolucci e Walter Veltroni, appello rimasto finora senza seguito.
In questi mesi si comunque lavorato sodo. Le chiese puntellate sono circa il 50 per cento, e grazie ai soldi della Protezione civile nazionale i debiti con le imprese sono stati pagati. «Da fare resta tantissimo, ma le soddisfazioni non sono mancate», dice il sub commissario che cita la riapertura con una copertura provvisoria di Collemaggio e la copertura delle Anime Sante, le chiese che hanno potuto accogliere i fedeli a Natale.
Oltre ai recuperi, anche a distanza di mesi: dentro Santa Maria Paganica, racconta, stata appena recuperata miracolosamente una tela di Damini.
A breve ci sarà il passaggio di testimone: la Protezione civile lascerà il ruolo di commissario al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e il governatore dovrà scegliere se riconfermare Marchetti come vice per i Beni culturali. Lui intanto ha fatto il piano per il 2010, con una richiesta di finanziamento di 60 milioni di euro.
Primi obiettivi: la riapertura anche parziale della chiesa delle Anime Sante in piazza Duomo (bisogna ancora mettere in sicurezza l’abside) e la copertura di Santa Maria Paganica con una struttura particolare, realizzata con materiali di sintesi che hanno la stessa sagoma dell’acciaio e un peso molto inferiore.
Tecniche di alto livello, come è stato per il “cappellone blu” che adesso protegge le Anime Sante. Anche se le risorse sono quelle che sono.