L'AQUILA
Biondi: "Mai detto no a Saviano". Meloni e Marsilio difendono il sindaco
La leader di Fdi: "Non accettiamo lezioni dalla sinistra". Il governatore: "Stop alla macchina del fango" . Quagliariello: "Siamo alla censura al contrario"
L'AQUILA. "Siamo di fronte a presunzione, arroganza, approssimazione. La Barbagallo (curatrice della rassegna ndr) non ha neppure prenotato gli spazi, a un mese dalla rassegna non c’è un programma, mancano i nomi di 10 ospiti su 12. Così si rischia di far saltare tutto". Il sindaco dell'Aquila rispedisce al mittente la polemica sul Festival degli Incontri all'Aquila. "Mai detto no a Saviano e Zerocalcare, perché non conosco Barbagallo e non ho mai parlato con lei. L’ho chiamata ieri mattina al telefono, era staccato e non mi ha richiamato. Nello pseudo bilancio, su 700 mila euro, 385 mila sono costi per l'ospitalità senza sapere ancora chi viene e a fare cosa". Dalla parte del sindaco si schierano la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, e il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio . "Io sto con il sindaco Biondi. È intollerabile che i soldi destinati per il decennale del terremoto siano utilizzati per costruire l'ennesima passerella per personaggi come Roberto Saviano, il cui unico talento è quello di essere amico della sinistra. Ed è vergognoso che per il Pd e l'intellighenzia, il sindaco Biondi, che è stato eletto dai cittadini, non abbia nemmeno il diritto di dire che non è d'accordo. Fuori dal mondo" prosegue la parlamentare, "le parole del ministro Franceschini, talmente sfacciato e presuntuoso da pretendere di impartire lezioni sulla libertà della cultura da pressioni e interferenze politiche. L'unica lezione che la sinistra può fare è su come usare i soldi degli italiani per finanziare amici intellettuali, scrittori, attori, film che non vede nessuno e le immancabili coop. Da queste sanguisughe non accettiamo lezioni: portate rispetto agli aquilani e se vi piace tanto la compagnia di Saviano invitatelo a cena. E pagate voi».
"Voglio testimoniare pubblicamente la mia vicinanza al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che da ieri sera è vittima di un crescendo rossiniano di contumelie e della macchina del fango degli indignati in servizio permanente", Così il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, sule polemiche divampate attorno al caso Biondi/Saviano. "Accusare Biondi di voler ‘censurare’ autori politicamente sgraditi è una tipica tecnica di mistificazione messa in campo da chi vuole imporre il proprio pensiero come l’unico ammesso nel consorzio civile. Basta leggere il ricchissimo cartellone artistico e culturale di questa estate aquilana, dai ‘Cantieri dell’immaginario’ alla Perdonanza celestiniana, per rendersi conto del pluralismo dell’offerta culturale che ha caratterizzato la città: solo per citarne alcuni, da Goran Bregovic a Gianni Morandi e Fiorella Mannoia, artisti notoriamente impegnati a sinistra. Se allarghiamo il campo al resto della regione, proprio questa sera Michele Placido sarà il protagonista del cartellone delle celebrazioni dannunziane, e pochi giorni fa un’altra amministrazione di centrodestra ha con successo organizzato la tappa abruzzese del tour di Jovanotti, al quale nessuno ha chiesto chi o cosa votasse per accoglierlo festosamente e a braccia aperte. Cosa che non accade in caso contrario: anche in questa occasione, il cartellone che è stato sbattuto in faccia al sindaco è monocolore e a voce unica. La Festa della Rinascita e della ricostruzione, che dovrebbe unire un intero popolo, diventa un’occasione divisiva, con artisti e intellettuali schierati da un’unica parte, a rappresentare solo una parte della sensibilità dei cittadini. Più che una Festa della Rinascita, una Festa de l’Unità… Fa quindi più che bene il sindaco a ricordare che esiste anche l’altra metà del cielo, che oltretutto all’Aquila e in Abruzzo rappresenta la maggioranza dei cittadini. Si commenta da sola la tracotanza di chi pensa di arrivare in una città, allestire un costosissimo cartellone (700mila euro stanziati dal ministero è quasi l’importo con il quale la Regione sostiene tutte le manifestazioni storiche e i teatri e le istituzioni culturali dell’intero Abruzzo), imponendo la propria impronta ideologica senza nemmeno sentire il dovere di confrontarsi con chi la città la rappresenta, e pretende che questo sindaco paghi a piè di lista senza nemmeno fiatare".
"Rassicuro il ministro Franceschini: all'Aquila non c'è alcun problema di censura né, come il suo ministero ben sa, di indebite intromissioni". Lo dichiara Gaetano Quagliariello, senatore eletto per il centrodestra nel collegio uninominale L'Aquila-Teramo. "La programmazione culturale" prosegue Quagliarello "risponde a se stessa se impiega risorse proprie e impegna la propria responsabilità. Lo stesso ministro Franceschini farebbe bene a ribellarsi se qualcuno assumesse iniziative di cui risponde il suo ministero senza nemmeno il garbo istituzionale di discuterne con lui, e sono certo che così si comporterebbe in una situazione analoga a quella in cui si è venuto a trovare il sindaco Biondi, la cui amministrazione peraltro detiene la responsabilità del coordinamento del progetto in questione per volontà non propria ma del ministero dei Beni culturali. Non esiste la 'libera repubblica delle lettere' con i soldi del contribuente. E L'Aquila non è una zona culturalmente franca: l'amministrazione ha il sacrosanto diritto, e direi il dovere, di esprimere una propria politica culturale che nella fattispecie è basata sul confronto e sull'equilibrio. Ricordo sommessamente, infatti, che in questa vicenda surreale non è il Comune a voler censurare una parte, ma è qualcun altro a pensare che un festival pubblico dedicato agli 'Incontri' possa prevedere una parte sola che si incontra con se stessa. Insomma" chiosa Quagliariello "siamo alla censura al contrario".