Casa dello studente, dodici gli indagati
Il pm per ora contesta omicidio e disastro colposo. In ballo ipotesi dolose
L’AQUILA. «Gli indagati per il crollo della Casa dello studente sono dodici». Lo ha affermato ieri il procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, nell’ambito dell’inchiesta su quella tragedia che è costata la vita a otto giovani. I reati contestati sono omicidio colposo e disastro colposo ma Rossini si riserva di definire l’aspetto del dolo. In tanti a tremare: costruttori, tecnici ma anche amministratori pubblici.
I provvedimenti, dunque, sono ormai imminenti e dopo le notifiche e dopo saranno fissati gli interrogatori che hanno una funzione importante per iniziare la dialettica processuale.
«Gli interrogatori» ha detto il pm Alfredo Rossini, che lavora in tandem con il sostituto, Fabio Picuti, «rispondono a due esigenze, una istruttoria, una di garanzia per le persone indagate che hanno una forma di difesa immediata: noi potremo approfondire le indagini mentre le persone sospettate, che non sapevano niente, potranno conoscere di che cosa dovrebbero rispondere in maniera da poter presentare le giustificazioni e non avere dei pregiudizi nel tempo che passa. In tal modo, elimineremo quelle che non c’entrano niente».
La procura, sulla scorta delle perizie di accusa e di quelle dei consulenti delle parti offese, ritiene che sono state le ristrutturazioni che si sono succedute negli ultimi anni, a rendere l’edificio, realizzato nel 1965, troppo fragile.
CONVITTO. Tra breve, la Procura renderà nota la seconda tranche di indagati, quelli legati al crollo del Convitto nazionale dove sono morti tre giovani. Secondo fonti della procura, dovrebbero essere una decina. «Stiamo lavorando come avevano previsto in maniera di poter fare bene i processi sui vari siti» ha detto il pm, «abbiamo dato la priorità ai certi siti dove ci sono stati morti. Dopo la Casa dello studente, ci sarà il Convitto nazionale e successivamente tutti i siti dove ci sono stati dei morti. Via via le altre strutture, anche pubbliche, come l’università e l’ospedale». La strada per la procura sarà molto lunga visto che, come ha ricordato lo stesso Rossini, sono 200 i siti sequestrati che potenzialmente potrebbero rappresentare altrettanti filoni di indagine. Più lunga l’indagine, per i problemi di accesso, riguardante il crollo della casa di via XX Settembre 79 dove morinono moglie e figlie dell’avvocato Maurizio Cora, scampato alla tragedia.
PRG. Ma nel mirino degli investigatori, secondo quanto si è appreso, c’è da tempo anche il piano regolatore generale realizzato nel 1975. Ci sono, infatti, delle domande cui la procura tenterà di rispondere a comInciare dal perchè si decise di far costruire un intero quartiere tra Pettino e Cansatessa, dove c’è una faglia, oppure nella zona intorno al palazzo di giustizia sono è stata trovata l’acqua. Ignorati, forse anche i rischi idrogeologici provocati forse da concessioni date in maniera troppo spregiudicata.
Per quanto riguarda Pettino gli storici raccontano che fin dal 1703, dopo il terrificante sisma, gli amministratori dell’epoca impedirono di fare costruzioni su quel sito. A Pettino, per fortuna, non ci sono stati morti ma i palazzi inagibili, per quanto nuovi, sono centinaia.
I provvedimenti, dunque, sono ormai imminenti e dopo le notifiche e dopo saranno fissati gli interrogatori che hanno una funzione importante per iniziare la dialettica processuale.
«Gli interrogatori» ha detto il pm Alfredo Rossini, che lavora in tandem con il sostituto, Fabio Picuti, «rispondono a due esigenze, una istruttoria, una di garanzia per le persone indagate che hanno una forma di difesa immediata: noi potremo approfondire le indagini mentre le persone sospettate, che non sapevano niente, potranno conoscere di che cosa dovrebbero rispondere in maniera da poter presentare le giustificazioni e non avere dei pregiudizi nel tempo che passa. In tal modo, elimineremo quelle che non c’entrano niente».
La procura, sulla scorta delle perizie di accusa e di quelle dei consulenti delle parti offese, ritiene che sono state le ristrutturazioni che si sono succedute negli ultimi anni, a rendere l’edificio, realizzato nel 1965, troppo fragile.
CONVITTO. Tra breve, la Procura renderà nota la seconda tranche di indagati, quelli legati al crollo del Convitto nazionale dove sono morti tre giovani. Secondo fonti della procura, dovrebbero essere una decina. «Stiamo lavorando come avevano previsto in maniera di poter fare bene i processi sui vari siti» ha detto il pm, «abbiamo dato la priorità ai certi siti dove ci sono stati morti. Dopo la Casa dello studente, ci sarà il Convitto nazionale e successivamente tutti i siti dove ci sono stati dei morti. Via via le altre strutture, anche pubbliche, come l’università e l’ospedale». La strada per la procura sarà molto lunga visto che, come ha ricordato lo stesso Rossini, sono 200 i siti sequestrati che potenzialmente potrebbero rappresentare altrettanti filoni di indagine. Più lunga l’indagine, per i problemi di accesso, riguardante il crollo della casa di via XX Settembre 79 dove morinono moglie e figlie dell’avvocato Maurizio Cora, scampato alla tragedia.
PRG. Ma nel mirino degli investigatori, secondo quanto si è appreso, c’è da tempo anche il piano regolatore generale realizzato nel 1975. Ci sono, infatti, delle domande cui la procura tenterà di rispondere a comInciare dal perchè si decise di far costruire un intero quartiere tra Pettino e Cansatessa, dove c’è una faglia, oppure nella zona intorno al palazzo di giustizia sono è stata trovata l’acqua. Ignorati, forse anche i rischi idrogeologici provocati forse da concessioni date in maniera troppo spregiudicata.
Per quanto riguarda Pettino gli storici raccontano che fin dal 1703, dopo il terrificante sisma, gli amministratori dell’epoca impedirono di fare costruzioni su quel sito. A Pettino, per fortuna, non ci sono stati morti ma i palazzi inagibili, per quanto nuovi, sono centinaia.