«Case per tutti a dicembre»
Berlusconi a Preturo ha consegnato altri alloggi.
L’AQUILA. «Case per tutti entro dicembre». Scherza su Noemi Letizia e sui soldi che deve dare a De Benedetti. Per una volta, niente anatemi sui comunisti. Solo una serie di consigli ai giovani del servizio civile su come trattare con la gente: «Per carità, mai dare la mano sudata». Da Sofia sbarca a Cese di Preturo. Nuovo show di Berlusconi, che entra in case già consegnate e abitate da giorni.
ALTRI 240 ALLOGGI. La Protezione civile annuncia di aver dato le chiavi di altri 240 alloggi tra i siti di Cese di Preturo, Bazzano e, per la prima volta, Sant’Elia. In tutto, finora, sono state date 900 case per 2700 persone. Ne mancano, di queste case, 4300. Sotto le tende ci ancora 5800 sfollati. Stavolta, però, la visita numero 23 del premier dopo il 6 aprile è meno solenne. Nessuna consegna di chiavi, ché la gente ce le ha già. Niente spumante e scatola di dolci. Le case pronte sono già aperte, abitate. Il presidente del Consiglio ci entra, per una volta, da ospite e non da protagonista. Sotto casa lo aspetta Renata Ciprietti, commerciante, che vorrebbe invitarlo a pranzo per una «chitarra allo scoglio» preparata dal marito Vito che ora non c’è perché è andato ad aprire il negozio. «Stiamo benissimo. La casa ce l’hanno data sabato 10. Non ci manca niente, funziona tutto». Più avanti c’è Adriana Russo che ottiene una foto con Berlusconi da mettere nella palestra che vuole aprire a Coppito 3. Foto scattata, non senza obiettive difficoltà, dall’onorevole Paola Pelino arrivata apposta da Sulmona che sussurra, tutta orgogliosa: «Questo che ha fatto qui il presidente è più forte di mille articolacci».
«FACCIA FOOTING». «Avete preparato per fare un brindisi? Allora arrivo», dice Berlusconi appena arrivato, con un’ora e mezza di ritardo sul programma. Gli fanno leggere una poesia sul terremoto scritta da un bambino. «Bravo, complimenti». A una donna originaria di Vigevano il premier dice: «Allora qua può riprendere le sue vecchie abitudini e fare footing». Ma la signora risponde: «Ormai sono vecchia». Berlusconi insiste e nel salutarla dal piazzale ripete: «Mi raccomando il footing». La battuta non la capisce nessuno.
LA PENNA DI CHIODI. «Gianni, segni tu il nome di questa bimba?». Naomi tiene tra le mani un disegno. «Grazie per la casa». Ma lei, la sua, non l’ha ancora avuta. Con la penna del presidente della Regione il premier segna su un foglietto il cognome della bimba e dice: «Presto ti daremo una bella casa, eh, ti faremo sapere quando». Lei, la piccola, vorrebbe portarlo a casa di un’amichetta che festeggia il compleanno. «Dove?» «Aquì» risponde una donna sudamericana. Ma il desiderio resterà non esaudito. Il premier passa tra due ali di folla plaudente, incurante del rischio di gesti violenti di mitomani pure ipotizzati dai servizi segreti che gli hanno sconsigliato i contatti ravvicinati con la gente. Ma qui, ormai, Berlusconi si sente a casa. «Che bel panorama. Voi siete in un Paradiso. Questa è l’Italia che mi piace, l’Italia del fare». Firma autografi e scherza dicendo: «Spendeteli bene, son 35 euro. Le case? Belle, non sembrano in serie, non sono casermoni».
IN 5 SENZA LAVORO. «Va bene la casa, ma come mangiamo?». Non solo rose, per il premier ma anche le spine di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese. Una donna gli espone il caso della sua famiglia. «Mio marito e i miei figli non lavorano. Speravamo molto in un concorso per vigili urbani Ma non c’è posto per chi ha già fatto l’ausiliare del traffico., Come faccio?» «Gianni pensaci tu». Riecco Chiodi chiamato in causa. Il presidente della Regione si ferma a parlare con la donna. «Ma io non posso darle risposte su questo. Ne parlerò con Cialente. Signora si rassicuri, tutto si sistemerà». «Sì, ma il nome non lo segna?». «Signora, no, è un problema di tutti, è un concorso...».
MANI SUDATE. Ai 150 giovani del servizio civile che incontra nell’auditorium della Finanza a Coppito Berlusconi dà i consigli su come si tratta con la gente. «Chiamate tutti per nome. Fate sempre i complimenti. Quando date la mano guardate sempre in faccia chi vi sta davanti. Non fate come De Mita e Soru. Mai le mani sudate, al limite ve le asciugate sui vestiti di quello che salutate prima. E tu come ti chiami? Cristina? Cristina, fammi vedere. Meraviglia delle meraviglie. E tu, Chiara? Sei una dimostrazione ambulante di piercing. Complimenti, ma togliteli». Poi una serie di barzellette. E di battute. «Faccio foto con le ragazze, purché abbiano più di 18 anni e non si chiamino Noemi. Caspita, chi mi sta toccando il c...?». Poi una citazione da Pascoli («La nube nel giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell’ultima sera»). «Io sono nella penultima», scherza. «E se De Benedetti non mi porta via tutto», dice in relazione al lodo Mondadori, «sto investendo molto per arrivare fino a 120 anni con uno stile di vita adeguato, buona alimentazione e i vantaggi delle cellule staminali». Poi un invito. «Vi porto tutti a cena tra 6 mesi in un ristorante e mi raccontate la vostra esperienza».
LE CORNA. Chiusura in un crescendo di risate, tra i ragazzi, quando il premier invita tutti a fare le corna. «Così non dicono che le faccio solo io». I ragazzi lo prendono in parola e dietro al capo di Berlusconi spuntano svariate mani immortalate nel classico gesto di indice e mignolo in su. Un altro volontario gli spunta da dietro e saluta col pugno chiuso. Lui non se ne accorge. «Abbiate sempre il sole in tasca».
CASE A PICENZE. Ci sarà anche una «Via Novara» a Picenze di Barisciano, in ricordo del contributo dato dalla Fondazione De Agostini alla ricostruzione. Stamani alle 11 è in programma la cerimonia di consegna di dieci casette prefabbricate in legno donate insieme all’associazione «For Life onlus». Partecipano il presidente della Fondazione, Roberto Drago, e il presidente di «For Life Onlus» Alessandro Carriero. Le unità abitative, locale giorno con angolo cottura, due camere da letto e bagno, si trovano a Villa di Mezzo. Il presidente della Fondazione De Agostini riceverà la cittadinanza onoraria.
ALTRI 240 ALLOGGI. La Protezione civile annuncia di aver dato le chiavi di altri 240 alloggi tra i siti di Cese di Preturo, Bazzano e, per la prima volta, Sant’Elia. In tutto, finora, sono state date 900 case per 2700 persone. Ne mancano, di queste case, 4300. Sotto le tende ci ancora 5800 sfollati. Stavolta, però, la visita numero 23 del premier dopo il 6 aprile è meno solenne. Nessuna consegna di chiavi, ché la gente ce le ha già. Niente spumante e scatola di dolci. Le case pronte sono già aperte, abitate. Il presidente del Consiglio ci entra, per una volta, da ospite e non da protagonista. Sotto casa lo aspetta Renata Ciprietti, commerciante, che vorrebbe invitarlo a pranzo per una «chitarra allo scoglio» preparata dal marito Vito che ora non c’è perché è andato ad aprire il negozio. «Stiamo benissimo. La casa ce l’hanno data sabato 10. Non ci manca niente, funziona tutto». Più avanti c’è Adriana Russo che ottiene una foto con Berlusconi da mettere nella palestra che vuole aprire a Coppito 3. Foto scattata, non senza obiettive difficoltà, dall’onorevole Paola Pelino arrivata apposta da Sulmona che sussurra, tutta orgogliosa: «Questo che ha fatto qui il presidente è più forte di mille articolacci».
«FACCIA FOOTING». «Avete preparato per fare un brindisi? Allora arrivo», dice Berlusconi appena arrivato, con un’ora e mezza di ritardo sul programma. Gli fanno leggere una poesia sul terremoto scritta da un bambino. «Bravo, complimenti». A una donna originaria di Vigevano il premier dice: «Allora qua può riprendere le sue vecchie abitudini e fare footing». Ma la signora risponde: «Ormai sono vecchia». Berlusconi insiste e nel salutarla dal piazzale ripete: «Mi raccomando il footing». La battuta non la capisce nessuno.
LA PENNA DI CHIODI. «Gianni, segni tu il nome di questa bimba?». Naomi tiene tra le mani un disegno. «Grazie per la casa». Ma lei, la sua, non l’ha ancora avuta. Con la penna del presidente della Regione il premier segna su un foglietto il cognome della bimba e dice: «Presto ti daremo una bella casa, eh, ti faremo sapere quando». Lei, la piccola, vorrebbe portarlo a casa di un’amichetta che festeggia il compleanno. «Dove?» «Aquì» risponde una donna sudamericana. Ma il desiderio resterà non esaudito. Il premier passa tra due ali di folla plaudente, incurante del rischio di gesti violenti di mitomani pure ipotizzati dai servizi segreti che gli hanno sconsigliato i contatti ravvicinati con la gente. Ma qui, ormai, Berlusconi si sente a casa. «Che bel panorama. Voi siete in un Paradiso. Questa è l’Italia che mi piace, l’Italia del fare». Firma autografi e scherza dicendo: «Spendeteli bene, son 35 euro. Le case? Belle, non sembrano in serie, non sono casermoni».
IN 5 SENZA LAVORO. «Va bene la casa, ma come mangiamo?». Non solo rose, per il premier ma anche le spine di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese. Una donna gli espone il caso della sua famiglia. «Mio marito e i miei figli non lavorano. Speravamo molto in un concorso per vigili urbani Ma non c’è posto per chi ha già fatto l’ausiliare del traffico., Come faccio?» «Gianni pensaci tu». Riecco Chiodi chiamato in causa. Il presidente della Regione si ferma a parlare con la donna. «Ma io non posso darle risposte su questo. Ne parlerò con Cialente. Signora si rassicuri, tutto si sistemerà». «Sì, ma il nome non lo segna?». «Signora, no, è un problema di tutti, è un concorso...».
MANI SUDATE. Ai 150 giovani del servizio civile che incontra nell’auditorium della Finanza a Coppito Berlusconi dà i consigli su come si tratta con la gente. «Chiamate tutti per nome. Fate sempre i complimenti. Quando date la mano guardate sempre in faccia chi vi sta davanti. Non fate come De Mita e Soru. Mai le mani sudate, al limite ve le asciugate sui vestiti di quello che salutate prima. E tu come ti chiami? Cristina? Cristina, fammi vedere. Meraviglia delle meraviglie. E tu, Chiara? Sei una dimostrazione ambulante di piercing. Complimenti, ma togliteli». Poi una serie di barzellette. E di battute. «Faccio foto con le ragazze, purché abbiano più di 18 anni e non si chiamino Noemi. Caspita, chi mi sta toccando il c...?». Poi una citazione da Pascoli («La nube nel giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell’ultima sera»). «Io sono nella penultima», scherza. «E se De Benedetti non mi porta via tutto», dice in relazione al lodo Mondadori, «sto investendo molto per arrivare fino a 120 anni con uno stile di vita adeguato, buona alimentazione e i vantaggi delle cellule staminali». Poi un invito. «Vi porto tutti a cena tra 6 mesi in un ristorante e mi raccontate la vostra esperienza».
LE CORNA. Chiusura in un crescendo di risate, tra i ragazzi, quando il premier invita tutti a fare le corna. «Così non dicono che le faccio solo io». I ragazzi lo prendono in parola e dietro al capo di Berlusconi spuntano svariate mani immortalate nel classico gesto di indice e mignolo in su. Un altro volontario gli spunta da dietro e saluta col pugno chiuso. Lui non se ne accorge. «Abbiate sempre il sole in tasca».
CASE A PICENZE. Ci sarà anche una «Via Novara» a Picenze di Barisciano, in ricordo del contributo dato dalla Fondazione De Agostini alla ricostruzione. Stamani alle 11 è in programma la cerimonia di consegna di dieci casette prefabbricate in legno donate insieme all’associazione «For Life onlus». Partecipano il presidente della Fondazione, Roberto Drago, e il presidente di «For Life Onlus» Alessandro Carriero. Le unità abitative, locale giorno con angolo cottura, due camere da letto e bagno, si trovano a Villa di Mezzo. Il presidente della Fondazione De Agostini riceverà la cittadinanza onoraria.