Caso di Legionella, vietato l’uso dell’acqua
Ordinanza del sindaco Floris: «Ma solo per l’alta presenza di cloro nella rete idrica»
AVEZZANO. Vietato l’uso dell’acqua potabile ad Avezzano dopo la scoperta del batterio della Legionella nella tubatura di un cantiere edile. Lo impone da ieri mattina l’ordinanza numero 515 firmata dal sindaco Antonio Floris, a seguito della comunicazione del Consorzio acquedottistico Marsicano e della nota del Distretto sanitario di Carsoli, che ha accertato il caso di inquinamento nella zona di Caruscino dopo il ricovero per Legionella di un operaio edile.
L’allarme è scattato la settimana scorsa, dopo la segnalazione di un operaio di Carsoli che ha contratto la Legionella. Ascoltato dai medici che si sono interessati al suo caso, l’uomo ha dichiarato di aver bevuto l’acqua dalla tubatura del cantiere edile nel quale stava lavorando, e che si trova nel quartiere di Caruscino, ad Avezzano. Le analisi della Asl sull’acqua proveniente dall’allaccio del cantiere hanno confermato i sospetti e ieri il Consorzio acquedottistico Marsicano (Cam) ha iniziato la disinfezione massiccia della rete idrica. E subito dopo il sindaco Antonio Floris ha emanato l’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua di rubinetto in tutto il territorio comunale.
L’INQUINAMENTO. La conferma di inquinamento dell’acqua è arrivata grazie alle analisi eseguite dal Distretto sanitario di base di Carsoli, dalle quali è emerso un caso accertato di inquinamento dell’acqua potabile da Legionella, il batterio che provoca un forte stato febbrile e la polmonite, e che se non curato immediatamente può anche portare alla morte. Subito dopo, il Cam ha comunicato al sindaco «l’immediato intervento di iperclorazione e sanificazione del serbatoio “Salviano Alto” e della relativa rete idrica». Durante questo tipo di trattamento l’acqua non può essere considerata potabile e idonea per gli usi alimentari.
«Si tratta di un caso circoscritto all’interno di un cantiere edile, e all’interno di una tubazione di gomma collegata all’acquedotto», ha spiegato l’ingegnere idraulico del Consorzio acquedottistico Giuseppe Venturini.
«Su quella tubazione privata è stata riscontrata la presenza della Legionella, dove probabilmente con l’acqua rimasta ferma per un periodo di tempo ha potuto svilupparsi il pericoloso batterio. Anche se non riteniamo che il batterio possa aver inquinato l’intera rete idrica cittadina, il Cam ha dovuto attivare tutte le procedure previste in questo caso dalle leggi regionali, con un forte aumento della presenza del cloro nell’acqua immessa nelle reti. Questa iperclorazione andrà avanti fino a quando la Asl non ci darà i risultati delle analisi con esito negativo», ha concluso Venturini.
L’ORDINANZA. Il provvedimento, che interessa oltre 40 mila cittadini, è stato emesso dal sindaco Floris su tutto il territorio del Comune di Avezzano. L’ordinanza avrà validità fino a «nuova comunicazione», come specificato dal documento diramato ieri. Sarà necessario prima attendere che il Consorzio acquedottistico porti a termine le procedure per far tornare l’acqua potabile, poi bisognerà eseguire una nuova analisi chimica e batteriologica. Ieri mattina è stata l’Arta a fare i prelievi di acqua in vari punti della città, mentre tre giorni fa è stato lo stesso Cam a richiedere nuove analisi. Le risposte di questi prelievi saranno pronte entro la settimana.
Solo a quel punto, e comunque in caso di esito negativo, l’acqua sarà dichiarata nuovamente potabile. «Abbiamo dato la massima diffusione dell’ordinanza», ha spiegato il sindaco di Avezzano, che è anche medico «tramite mezzi di comunicazione di massa e affissioni. Ho emesso l’ordinanza per permettere una massiccia clorazione dell’acqua da parte del Consorzio acquedottistico. Solo per tale motivo l’acqua non è potabile», ha concluso Floris «per la presenza significativa di cloro e non per la presenza del germe».
I DISAGI. Si tratta di una situazione difficile per gli oltre 40mila abitanti del Comune di Avezzano. Non solo i privati cittadini sono costretti a trovare soluzioni alternative all’acqua del rubinetto, come ricorrere alla “minerale”, ma anche le attività commerciali, come bar, panifici e ristoranti, si troveranno in grande difficoltà se la situazione non dovesse tornare alla normalità nel più breve tempo possibile.
L’allarme è scattato la settimana scorsa, dopo la segnalazione di un operaio di Carsoli che ha contratto la Legionella. Ascoltato dai medici che si sono interessati al suo caso, l’uomo ha dichiarato di aver bevuto l’acqua dalla tubatura del cantiere edile nel quale stava lavorando, e che si trova nel quartiere di Caruscino, ad Avezzano. Le analisi della Asl sull’acqua proveniente dall’allaccio del cantiere hanno confermato i sospetti e ieri il Consorzio acquedottistico Marsicano (Cam) ha iniziato la disinfezione massiccia della rete idrica. E subito dopo il sindaco Antonio Floris ha emanato l’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua di rubinetto in tutto il territorio comunale.
L’INQUINAMENTO. La conferma di inquinamento dell’acqua è arrivata grazie alle analisi eseguite dal Distretto sanitario di base di Carsoli, dalle quali è emerso un caso accertato di inquinamento dell’acqua potabile da Legionella, il batterio che provoca un forte stato febbrile e la polmonite, e che se non curato immediatamente può anche portare alla morte. Subito dopo, il Cam ha comunicato al sindaco «l’immediato intervento di iperclorazione e sanificazione del serbatoio “Salviano Alto” e della relativa rete idrica». Durante questo tipo di trattamento l’acqua non può essere considerata potabile e idonea per gli usi alimentari.
«Si tratta di un caso circoscritto all’interno di un cantiere edile, e all’interno di una tubazione di gomma collegata all’acquedotto», ha spiegato l’ingegnere idraulico del Consorzio acquedottistico Giuseppe Venturini.
«Su quella tubazione privata è stata riscontrata la presenza della Legionella, dove probabilmente con l’acqua rimasta ferma per un periodo di tempo ha potuto svilupparsi il pericoloso batterio. Anche se non riteniamo che il batterio possa aver inquinato l’intera rete idrica cittadina, il Cam ha dovuto attivare tutte le procedure previste in questo caso dalle leggi regionali, con un forte aumento della presenza del cloro nell’acqua immessa nelle reti. Questa iperclorazione andrà avanti fino a quando la Asl non ci darà i risultati delle analisi con esito negativo», ha concluso Venturini.
L’ORDINANZA. Il provvedimento, che interessa oltre 40 mila cittadini, è stato emesso dal sindaco Floris su tutto il territorio del Comune di Avezzano. L’ordinanza avrà validità fino a «nuova comunicazione», come specificato dal documento diramato ieri. Sarà necessario prima attendere che il Consorzio acquedottistico porti a termine le procedure per far tornare l’acqua potabile, poi bisognerà eseguire una nuova analisi chimica e batteriologica. Ieri mattina è stata l’Arta a fare i prelievi di acqua in vari punti della città, mentre tre giorni fa è stato lo stesso Cam a richiedere nuove analisi. Le risposte di questi prelievi saranno pronte entro la settimana.
Solo a quel punto, e comunque in caso di esito negativo, l’acqua sarà dichiarata nuovamente potabile. «Abbiamo dato la massima diffusione dell’ordinanza», ha spiegato il sindaco di Avezzano, che è anche medico «tramite mezzi di comunicazione di massa e affissioni. Ho emesso l’ordinanza per permettere una massiccia clorazione dell’acqua da parte del Consorzio acquedottistico. Solo per tale motivo l’acqua non è potabile», ha concluso Floris «per la presenza significativa di cloro e non per la presenza del germe».
I DISAGI. Si tratta di una situazione difficile per gli oltre 40mila abitanti del Comune di Avezzano. Non solo i privati cittadini sono costretti a trovare soluzioni alternative all’acqua del rubinetto, come ricorrere alla “minerale”, ma anche le attività commerciali, come bar, panifici e ristoranti, si troveranno in grande difficoltà se la situazione non dovesse tornare alla normalità nel più breve tempo possibile.