Cimitero ancora all’abbandono

25 Agosto 2009

Lapidi divelte e cattivo odore dalla palazzina delle vittime del terremoto

L’AQUILA. Il cimitero monumentale dell’Aquila porta ancora tutti i segni del terremoto del 6 aprile. Intere aree sono state lasciate in uno stato di completo abbandono, con lapidi divelte e tombe scoperchiate. E nella nuova palazzina destinata alle vittime del terremoto è oramai impossibile entrare a causa del cattivo odore. Uno scenario di abbandono a portata di tutti.

Sebbene i danni strutturali non siano determinanti, centinaia di lapidi sono cadute a terra a seguito del terremoto e la situazione è rimasta invariata dal 6 aprile. Gli operai incaricati della cooperativa e i dipendenti dell’Azienda municipalizzata possono, infatti, occuparsi esclusivamente della manutenzione ordinaria, gli interventi di riconsolidamento sono demandati all’amministrazione comunale.

Molte palazzine, come la numero 96 - una delle più grandi - non hanno subito dei danni all’apparenza ma, a seguito delle verifiche strutturali, sono state transennate, in attesa di un rilievo dell’ufficio tecnico del Comune. Stessa sorte ha subito la camera mortuaria con le strutture annesse che al momento sono inservibili. La cosa costringe gli addetti ai lavori, coadiuvati dai frati cappuccini, a fare riferimento esclusivo alla nuova palazzina grigia, che si trova di fronte all’ingresso di via della Crocetta. Di fatto, questo stabile è stato inaugurato per ospitare provvisoriamente le vittime del terremoto.

A distanza di quattro mesi, molti feretri devono essere ancora trasferiti nelle destinazioni finali, e questa struttura purtroppo, non è esente da degrado. Dai loculi arriva un cattivo odore fortissimo, fenomeno dovuto al tipo di tumulazione e alle bare utilizzate. In vista della estumulazione, l’isolamento con l’esterno è stato garantito solo con il silicone, ma nei feretri destinati alla sepoltura sottoterra non è stato applicato lo strato di zinco. Per questo motivo, queste bare non possono rimanere nei loculi per molto altro tempo ancora.

Il trasferimento è legato alle condizioni degli altri cimiteri del capoluogo che stanno recuperando lentamente le loro funzioni. Per quanto concerne le operazioni di manutenzione, a ritardare la macchina operativa è anche il provvedimento di cassa integrazione per i dipendenti dell’Afm che lavorano a turni ridotti dall’indomani del terremoto. Tra ferie, malattie e trasferimenti, l’organico che aveva in gestione i servizi cimiteriali è fortemente rimaneggiato.

Spesso, il servizio si limita nella gestione dell’ordinario, nel tentativo di garantire una tumulazione provvisoria. Procedono a rilento anche le operazioni di esumazione. A tutto questo si aggiunge che buona parte dei vialetti di accesso sono invasi da erba alta e rifiuti di vario genere.