Confindustria: Perdonanza, tutto da rifare

5 Settembre 2014

Il presidente provinciale Spinosa Pingue all’attacco: imprese ignorate, l’evento va gestito in maniera manageriale

L'AQUILA. «Non è più tollerabile che un evento come la Perdonanza, di portata straordinaria per l’intera umanità, per il messaggio che trasmette e per l’alto valore spirituale, non venga valorizzato anche come attrattore turistico, in grado di promuovere il territorio e produrre ricchezza, ma sia trattato alla stregua di una bella festa cittadina».

Lo aveva promesso prima della Perdonanza 2014. Oggi, a sipario chiuso e con l’evento ormai archiviato, Fabio Spinosa Pingue, presidente Confindustria della provincia dell’Aquila, risponde così alle frecciate del sindaco Massimo Cialente, che aveva accusato le imprese aquilane «di dare scarso supporto economico alla Perdonanza». Una sortita che non è piaciuta affatto a Confindustria che parla di «due parti nella stessa commedia».

Pingue spiega il concetto: «Da una parte improvvisazione e pressappochismo, dall’altra il richiamo al sistema delle imprese che non finanzierebbe nel modo dovuto la manifestazione. Il sindaco ignora, forse, che per ottenere partnership e non oboli o semplici sponsorizzazioni, le imprese bisogna coinvolgerle, renderle partecipi, invitarle almeno sei, otto mesi prima dell’evento, anche con una semplice richiesta di incontro per valutare insieme il progetto. A noi, e a tantissime nostre associate», incalza il presidente degli Industriali, «non è arrivata neppure una semplice ed elementare richiesta di contributo. Non possiamo tollerare che si scarichino sulle imprese le responsabilità di altri».

Il giudizio finale sulla Perdonanza è inclemente: un bell’evento cittadino, ma solo per gli aquilani, secondo Confindustria. Tutto circoscritto dentro le mura cittadine. «E mentre i politici locali, nei vari convegni, pontificano che sviluppo, turismo e cultura sono il futuro del territorio», fa notare Pingue, «a dieci giorni da un evento unico al mondo per il valore del messaggio di Papa Celestino, manca persino il programma, non c’è un depliant illustrativo».

Un’improvvisazione non più giustificabile: «Sono trent’anni che, con il sindaco o l’assessore di turno, si polemizza sulla Perdonanza e che si continuano a fornire numeri e presenze alla manifestazione assolutamente inventati. Il fund raising è attività professionale, ma in questo caso siamo a livello di questuanti.Occorre un salto di qualità.una netta revisione della Perdonanza, nelle sue molteplici sfaccettature. Serve un’organizzazione manageriale», suggerisce Pingue, «che deve diventare fulcro di attrazione per turisti da tutto il mondo. Così come la Perdonanza, anche la Giostra cavalleresca di Sulmona o l’Adunata alpini che L’Aquila si appresta a ospitare. Anche in quest’ultimo caso il rischio è farsi trovare impreparati e incappare in una figuraccia».

E allora, da dove iniziare? Pingue propone la sua ricetta: convogliare i fondi pubblici destinati alla cultura su progetti turistico-culturali di alto livello, come la Perdonanza. Irripetibili nel loro genere, gestiti in alleanza con il sistema delle imprese. «Non è più tempo di comitati precari», sottolinea Pingue. «C’è bisogno di una maggiore professionalità per progettare, coordinare e gestire la straordinaria macchina degli indispensabili volontari e di tutta l’organizzazione».

Il presidente di Confindustria porta un esempio su tutti: non una frase in inglese, francese o spagnolo nel sito ufficiale della Perdonanza. Non il logo di uno sponsor, solo tre strutture turistiche segnalate.

«Poi, si ringraziano giustamente i dipendenti comunali», dice Pingue, «ma non viene spesa una sola parola a favore degli altri enti e alcune istituzioni vengono confuse con gli sponsor. Mi domando quanti operatori economici sono stati realmente coinvolti nell’evento e se i gemellaggi siano solo fini a se stessi, senza alcun riscontro positivo».

Pingue individua nella figura di un (o una) manager la chiave di volta per dare un nuovo corso alla Perdonanza, «che deve necessariamente avere un respiro internazionale. Dobbiamo superare la grande generosità e disponibilità dell’assessore di turno e di tanti componenti del comitato promotore», afferma, «individuando da subito un manager con uno staff permanente, che possa lavorare tutto l’anno all’allestimento della Perdonanza. Non solo. Diffondere i valori e il messaggio di Celestino V, coinvolgendo turisti e pellegrini da tutto il mondo. Su questo, con la sobrietà che ci ha trasmesso Papa Celestino, enfatizzata da Papa Francesco, costruire un progetto turistico degno di questo nome. Senza gli imprenditori», conclude Pingue, «che devono investire sulla Perdonanza e non dare un semplice obolo, non si va da nessuna parte».

L’intervento di Pingue giunge dopo la presa di posizione dello storico Walter Cavalieri che si è dimesso dal comitato Perdonanza.

Dimissioni motivate soprattutto dal fatto che molte sue proposte per dare un volto diverso alla Perdonanza sono state ignorate.

Monica Pelliccione

©RIPRODUZIONE RISERVATA