Coop artigiana, il voto finisce in polemica
Venditti e Rossi replicano dopo avere tentato di scalzare i dirigenti: dubbi sulla legittimità
AVEZZANO. «Il resoconto dell’assemblea dei soci della Cooperativa di garanzia Regione Abruzzo è privo di ogni fondamento. La verità è che a oltre 300 soci, presenti di persona e per delega, è stato negato il diritto di voto, ed è stato loro impedito di partecipare ai lavori. Sono evidenti i dubbi circa la legittimità della votazione». All’indomani dell’annuncio della nuova squadra che dirigerà la cooperativa presieduta da Mario Del Corvo, intervengono a gamba tesa il presidente provinciale della Confesercenti, Domenico Venditti, e il direttore Carlo Rossi.
«Di fronte ai cambiamenti del settore dei Confidi, alla grave crisi che attanaglia il territorio e all’esigenza di rispondere con nuovi strumenti alle domande delle piccole imprese», continuano Venditti e Rossi, «abbiamo ritenuto doveroso proporre un cambio di passo nella cooperativa, guidata dal 1990 dallo stesso gruppo dirigente. Per dar voce a questa esigenza non è stata presentata alcuna Lista Venditti, ma candidature di giovani imprenditori».
«Di fronte a una legittima domanda di rinnovamento generazionale, il presidente uscente Del Corvo si è rifiutato di vidimare le deleghe ritenute ostili, classificando così centinaia di soci come serie B», insistono, «forzando lo statuto della cooperativa, ha poi autorizzato solo se stesso alla vidimazione delle deleghe. Abbiamo sempre lavorato affinché la cooperativa fosse un bene comune degli artigiani e dei commercianti, non uno strumento nelle mani di pochi consiglieri, alcuni già pensionati e in carica da 30 anni».
«Pertanto», concludono, «di fronte a un atteggiamento autoreferenziale da parte di un gruppo ristretto di dirigenti storici, abbiamo invitato la base a non partecipare al voto. La Confesercenti è già al lavoro per ripristinare il pieno diritto alla partecipazione dei soci, che non possono essere ostaggi di un ristretto gruppo di uomini rispettabili ma affezionati oltremodo alla poltrona».
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