Crolli e infiltrazioni nel nuovo palazzo della Corte d’Appello
Nella sede di Pile cedimenti delle controsoffittature e secchi di plastica per raccogliere l’acqua piovana
L’AQUILA. Controsoffittature finite a terra, per fortuna senza danni alle persone, e secchi di plastica per raccogliere l’acqua piovana. Accade nella nuovissima e avveniristica sede della Corte d’Appello inaugurata in pompa magna il 23 settembre 2011 alla presenza dell’allora ministro Altero Matteoli e di Michele Vietti vicepresidente del Csm.
Il nuovo palazzo della Corte d’Appello, che si trova vicino alla stazione ferroviaria, al primo temporale estivo già cade a pezzi. Le infiltrazioni dell’acqua piovana in molti punti delle ampie vetrate hanno causato la caduta di pezzi di intonaco e dei pannelli della controsoffittatura, mettendo a serio rischio anche la stessa l’incolumità del personale delle cancellerie, degli avvocati e di tutti coloro che operano nel settore.
Una costruzione, quella che ospita gli uffici giudiziari, destinata inizialmente all’Archivio di Stato ma poi abbandonata subito dopo la costruzione della struttura in cemento armato. Tra l’altro, l’edificio sorge su quello che una volta era un grande bacino d’acqua. Anche alla luce dell’episodio avvenuto due giorni fa, la struttura si rivela non propriamente idonea a ospitare un ufficio strategico e prestigioso per la città capoluogo di regione, come la Corte d’Appello, dove il personale è costretto a lavorare, suo malgrado e con enorme sacrificio, in spazi molto angusti, assolati d’estate e gelidi d’inverno. Gli archivi sono negli scantinati, ritenuti umidi e insufficienti a contenere le migliaia di fascicoli, tanto che una gran parte di essi sono rimasti nei locali di Bazzano. Le aule delle udienze sono sovraffollate e con scarsa luminosità e poco ricambio d’aria.
Il problema delle sedi degli uffici giudiziari all’Aquila è molto sentito dagli operatori del settore, anche alla luce dei ritardi per rientrare nella vecchia sede di via XX Settembre.
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