D’Innocenzo parla ma si discolpa

Crollo della Casa dello studente, l’ex presidente chiama in causa i tecnici.

L’AQUILA. Luca D’Innocenzo si chiama fuori scaricando di fatto la possibile responsabilità sui tecnici mentre Luca Valente tace. Con gli interrogatori dei vertici della Casa dello studente si è chiusa la prima fase dell’indagine sul crollo ma sono in corso anche altre audizioni. Luca D’Innocenzo, ex presidente dell’Adsu, tramite i suoi avvocati, Fabio Alessandroni e Fausto Corti ascoltato dalla polizia giudiziaria, tramite l’ispettore Lorenzo Cavallo ha respinto ogni addebito, chiedendo alla procura tramite una memoria, l’archiviazione della sua posizione. Luca D’Innocenzo deve rispondere di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. «Il mio assistito», ha spiegato Alessandroni, «era il presidente dell’azienda, quindi guidava un organo non tecnico. Abbiamo prodotto dichiarazioni e atti che dimostrano l’assoluta estraneità ai fatti che sono contestati a D’Innocenzo. Il mio assistito non era a conoscenza di nessun allarme o denuncia».

Alessandroni e Corti, inoltre, hanno specificato al riguardo che nel corso di una riunione del Cda che si tenne pochi giorni prima della tragedia nessuno fece riferimento a problemi strutturali o allarmi dati dagli studenti per cui l’ex assessore comunale, a loro dire, non ne sapeva nulla. «Quella era la sede per coinvolgere ufficialmente il presidente», hanno ribadito, «che è un organo politico e questioni tecniche non erano di sua competenza». Il verbale di quella riunione è stato inserito nella documentazione consegnata in procura. Ha preferito tacere, invece, Luca Valente attuale direttore dell’Adsu. «Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere», ha detto il suo avvocato Piergiorgio Merli, «perchè per organizzare una strategia difensiva bisogna prima valutare la documentazione dell’accusa. E in tal senso la ricostruzione è difficile visto che il progetto della Casa dello Studente parte dal 1965, da quando si sono succedute ristrutturazioni e altri interventi.

In riferimento agli allarmi lanciati dagli studenti durante lo sciame sismico sulla stabilità della struttura e denunciati come non presi in considerazione l’avvocato Merli ha spiegato che il suo assistito «non ha mai ricevuto direttamente denunce di allarme». Merli ha anche chiarito che lo studio di Abruzzo Engineering, che denuncia lo stato precario di alcune strutture pubbliche tra cui la Casa dello studente, «è solo una scheda in cui si censisce il palazzo». Intanto ieri la polizia giudiziaria e il pm hanno ascoltato uno dei custodi della casa dello studente, come persona informata sui fatti. Si tratta di un giovane che tra l’altro era presente la notte del sisma ed è salvo per miracolo. Secondo quanto si è appreso in procura le domande hanno riguardato il comportamento dei vertici in riferimento alle scosse che man mano si verificavano e le loro reazioni circa gli allarmi che venivano lanciati ripetutamente dagli studenti poco prima della tragedia. Insomma con la fine degli interrogatori non si è conclusa certo la fase investigativa.