Di Benedetto dà l’ultimatum: «Nome condiviso o vado da solo» 

Il consigliere regionale e comunale “liquida” Pezzopane (senza mai citarla) e avverte il centrosinistra: «Sette giorni per trovare una sintesi, oppure il Passo Possibile andrà alle elezioni con me alla guida»

L’AQUILA. Sette giorni per trovare una sintesi, con un candidato sindaco condiviso tra tutte le forze del centrosinistra. «Altrimenti, il Passo Possibile si presenterà con il suo candidato, che sarò io». Così Americo Di Benedetto, consigliere regionale con “Legnini Presidente” e comunale, proprio con il progetto politico del Passo Possibile, in una conferenza stampa all’Emiciclo indetta in un momento in cui la città si attendeva un chiarimento sulla sua posizione in merito alle prossime elezioni comunali. «Non posso oggi sciogliere la riserva sulla richiesta di candidarmi – con cui mi confronto dallo scorso ottobre – per la mancanza di condivisione con le altre forze politiche di rilievo», sottolinea Di Benedetto, prendendo il microfono. L’occasione è buona però per fare il punto – in «pensieri, parole, opere e omissioni» – in un incontro che ha gestito da solo, pur alla presenza del presidente dell’associazione civico-politica Fabrizio Ciccarelli, del consigliere provinciale Fabio Camilli, del consigliere comunale Elia Serpetti (Emanuela Iorio e Antonio Nardantonio assenti giustificati).
Seduti tra i primi posti, l’ex presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani, indicato come interlocutore politico, insieme a Enrico Verini e Alfonso D’Alfonso.
PENSIERI E PAROLE
In primis l’ultimatum: «Chiediamo alla città di fare un passo avanti e alle forze politiche di riunirsi tutte attorno a un nome unitario e non a un tavolo», sottolinea Di Benedetto. Un percorso che, a suo avviso, deve prescindere dalle primarie. Nelle precedenti elezioni amministrative (2017), Di Benedetto, scelto come candidato sindaco del centrosinistra attraverso le primarie, perse al ballottaggio con Pierluigi Biondi. «Le primarie sono divisive, non sono attualmente uno strumento idoneo, perché già ne abbiamo pagato le conseguenze», incalza Di Benedetto cercando in platea con lo sguardo il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, lo sfidante nella consultazione pre-elettorale del centrosinistra. «L’unità delle forze», ribadisce Di Benedetto, «preso atto del passato e guardando al futuro, non può che scaturire da una volontà unanime».
Le OPERE
«Il nostro movimento», aggiunge Di Benedetto, «chiede alla città e alle forze politiche di riunirsi intorno a una figura di esperienza amministrativa». Non necessariamente un politico, insomma, ma «una persona che abbia tempo, passione e amore da dedicare all’Aquila e con la quale, dunque, poter costruire un concreto programma di governo piuttosto che un manifesto fuori dal tempo. La nostra città ha un profondo bisogno di essere governata e non politicizzata». Di qui l’elenco delle priorità: «La sanità, con il collasso dell’ospedale San Salvatore che perde la sua priorità di investimento. La ricostruzione pubblica che tarda a decollare in centro storico e le scuole. Fruibilità del centro storico e delle frazioni ora senza servizi e parcheggi. Periferie all’abbandono totale. Crescita demografica. Prospettiva di lavoro per i giovani, Pnrr».
OMISSIONI
«Ringrazio chi ha risposto all’appello del Pd rendendosi disponibile al dialogo, in particolare, il segretario regionale Michele Fina, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il segretario provinciale Francesco Piacente e la segretaria cittadina Emanuela Di Giovambattista, il consigliere comunale Stefano Albano e poi Paolo Romano». Mai nominata, e non certo per una dimenticanza, Stefania Pezzopane. Parole cordiali per Stefano Palumbo e Fabrizio Marinelli – indicato dal Movimento 5 stelle – pur lasciando intendere che «nessuno dei due è in grado di fare sintesi».
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