Discariche di carcasse di bovini e letame: l'allarme del Parco
Sono state scoperte in Molise nell'area contigua Pantano Zittola, segnalati anche furti di bestiame. La condanna del direttore: "Pochi allevatori non rispettano le regole a discapito dei tanti che invece lo fanno”
PESCARASEROLI. Carcasse di bovini nascoste dal letame: si moltiplicano in questo periodo i rinvenimenti di questa sorta di discariche nel territorio vicino al Parco nazionale. E quel che è certo è che non c'è alcuna relazione con l'attuale emergenza sanitaria.
La "discarica" è stata scoperta dai guardiaparco del Reparto delle Mainarde in seguito ad una serie di verifiche e controlli effettuati in località Pantano Zittola, che rientra nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. I guardiaparco _ come si legge in una nota _ sospettano che sia stata l allestita da qualche allevatore del Comune di Montenero Valcocchiara (Isernia)-
Non si stratta di un caso isolato perché i primi resti _ fanno sapere al Parco _ camuffati all’interno di cumuli di letame, risalgono al 10 aprile, anche se la carcassa presente all’interno era vecchia di qualche mese. Nessuna denuncia di scomparsa, né di predazione, impossibile risalire al titolare del bovino.
I resti di altri due bovini adulti sono stati rinvenuti qualche giorno dopo: anche in questo caso nessuna denuncia di danno da fauna, né denuncia di scomparsa.
C'è poi stato il rinvenimento di sabato scorso, quando la pattuglia di Guardiaparco, sempre in località Pantano Zittola, dove era stato segnalato il furto di un bovino, ha seguito le tracce di un trattore ed ha scoperto la carcassa di un bovino adulto, stavolta fresco, probabilmente del mattino, al quale era stato mozzato l'orecchio (dove si trova la targhetta) e senza bolo ruminale. La carcassa è stata interrato considerato anche il pericolo, serio in quella zona, di avvelenamento, con le conseguenzesulla fauna domestica e selvatica.
Dell’accaduto il Servizio di sorveglianza riferirà alla procura della Repubblica di Isernia, anche se per le norme veterinarie non è stato possibile eseguire alcun prelievo sulla carcassa. “Purtroppo – commenta il direttore del Parco - al Pantano Zittola, nonostante la presenza di tanti allevatori seri e appassionati, resistono vecchie abitudini, più volte segnalate e sanzionate in passato sia dai Guardiaparco, sia dall’ex CFS prima e dai carabinieri forestali in epoca più recente. Gli episodi delle ultime settimane evidenziano come sia ancora forte un legame malato tra uomo e natura, nonostante quest’ultima faccia l’impossibile per andare incontro alle esigenze degli allevatori. Se poi si pensa ai molteplici benefici che la Regione da un lato, e il Parco dall’altro, col pagamento degli indennizzi per danni da fauna, assicurano a questo territorio, non si capisce come mai sia così difficile rispettare le norme, in un ambito territoriale dove già il rapporto tra capi di bestiame e superficie pascoliva non è adeguato; dove non tutte le stalle e gli allevamenti sono a norma e dove il rispetto del territorio è continuamente minacciato dal comportamento di alcuni che, di rispettare le regole dello Stato non hanno alcun interesse, a discapito dei tanti che invece lo fanno”.