L'AQUILA
Draghi in visita ai Laboratori del Gran Sasso
Il presidente del Consiglio è atteso domani, alle 10, accompagnato dallo scienziato Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica. Previsto un incontro col presidente Marsilio, il sindaco Biondi e la comunità scientifica abruzzese
L'AQUILA. È atteso per domani, mercoledì 16 febbraio, alle 10, nei Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, il premier Mario Draghi, in visita alle sale sotterranee dove sono in corso gli esperimenti, accompagnato dal premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi. Alle 11,15 il presidente del Consiglio incontra la stampa e le autorità nella sala Fermi della sede dell’Infn di Assergi. Questo il programma, blindatissimo, diffuso solo nel tardo pomeriggio di ieri, dopo una serie di consultazioni con Roma. Draghi aveva annunciato la visita all’Aquila qualche giorno fa, in conferenza stampa, per celebrare la Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza.
DONNE E SCIENZA. E proprio sui Laboratori di fisica nucleare, dove il 30% degli scienziati è rappresentato da donne che sono a capo della maggior parte degli esperimenti attivi in questo momento, è caduta la scelta del premier «per superare i condizionamenti e gli stereotipi che ancora allontanano le ragazze dagli studi scientifici, le cosiddette discipline Stem». Superare il gap di genere nella comunità scientifica internazionale è l’obiettivo che, sette anni fa, ha portato l’Organizzazione delle Nazioni unite a istituire, l’11 febbraio, una giornata dedicata alle ricercatrici. «Voglio unirmi alle celebrazioni per la Giornata mondiale delle donne e ragazze in scienza e per questo mercoledì sarò con il premio Nobel, Giorgio Parisi, al Laboratorio nazionale del Gran Sasso per incontrare le tante lavoratrici e ringraziarle per l’impegno», aveva detto il presidente del Consiglio.
LA VISITA. Una visita “privata”, dedicata esclusivamente ai lavoratori e alle ricercatrici del Gran Sasso in cui, insieme a Parisi, Draghi viene accolto dal direttore dei Laboratori, Ezio Previtali, e dal presidente dell’Infn, Antonio Zoccoli. Subito dopo, alle 11,15, il premier si sposta all’esterno, nella sede dell'Istituto nazionale di fisica nucleare di Assergi, dove incontra i rappresentanti delle istituzioni locali, il presidente della Regione, Marco Marsilio, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, parlamentari e senatori, il prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco e gli esponenti della comunità scientifica abruzzese. Non è la prima volta che il premier Mario Draghi arriva in città, anche se domani la visita si limita ai Laboratori del Gran Sasso, per poi ripartire per Roma. Il 29 settembre dello scorso anno, da presidente del Consiglio dei ministri, Draghi ha inaugurato il Parco della memoria dedicato alle 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009, accompagnato dalla ministra per La Coesione territoriale e il Sud, Mara Carfagna. All’Aquila era stato anche nel 2009, esattamente il 29 settembre, da governatore della Banca d’Italia. L’occasione fu quella della consegna dei primi alloggi del Progetto Case di Bazzano agli sfollati. Giunse a Bazzano alle 15,30, prima di Berlusconi, e presenziò alla cerimonia di consegna dei primi alloggi.
L'appello degli ambientalisti. L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, rivolgono un appello al premier Draghi per chiedere: quando finalmente partiranno i lavori di messa in sicurezza dei Laboratori e delle gallerie autostradali che rappresentano un pericolo costante per la falda acquifera del Gran Sasso; che tipo di interventi si intendono fare per questa messa in sicurezza; quando finalmente saranno portate vie le sostanze pericolose stoccate nei Laboratori del Gran Sasso, incompatibili con l’acquifero.
"Visto che sono due decenni che si attende questa messa in sicurezza", prosegue la nota degli ambientalsiti, "e che finora ci sono stati due commissari e sono stati spesi milioni di euro di fondi pubblici, ma la soluzione del problema sembra ancora lontana, l’auspicio è che almeno il presidente del Consiglio riesca ad ottenere qualche risposta certa".
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