E Gheddafi va a passeggio sull’A24
Stranezze e curiosità: il leader libico getta nel panico gli organizzatori.
L’AQUILA. Muammar Gheddafi é sempre stato un leader originale, ma ieri gli addetti italiani alla sicurezza non credevano ai loro occhi quando il colonnello ha deciso di farsi una bella passeggiata di un quarto d’ora: sull’autostrada A24 che collega L’Aquila a Roma, con in mano un ombrello bianco per proteggersi dal sole. Come sempre in ritardo rispetto al programma, il leader della Jamahiriya araba socialista aveva già fatto impazzire il cerimoniale ben prima di mettere piede in Italia. Sono pronte per lui all’Aquila ben quattro diverse sistemazioni: l’appartamento preparato dentro la caserma di Coppito; la tenda beduina montata nel campo di calcio della struttura che ospita il vertice del G8; un gigantesco camper attrezzato fatto arrivare in Abruzzo e, infine, una villa nelle vicinanze dell’Aquila requisita che da giorni vede un viavai di funzionari libici e di merci.
Come sempre, il leader ha deciso solo all’ultimo dove passare la notte. Tra “amazzoni” con il basco rosso, richieste bizzarre e decisioni estemporanee che gettano nel panico gli organizzatori, il colonnello sembra intenzionato a surclassare le stranezze sfoggiate solo un mese fa nel corso della prima storica visita in Italia quando, solo per fare un esempio, fece aspettare oltre due ore il presidente della Camera Gianfranco Fini e centinaia di ospiti a Montecitorio. Tutti all’Aquila si erano ormai rassegnati all’idea di dover montare una tenda beduina con tutti i comfort (c’é anche un televisore al plasma con decoder) dentro la caserma di Coppito. Così come ormai non stupisce più neanche la limousine bianca - fatta arrivare dalla Libia - sulla quale ama spostarsi.
Il cerimoniale ha assorbito con pazienza le richieste più bizzarre della gigantesca delegazione accreditata al G8 (ben 83 persone). Gli organizzatori non hanno battuto ciglio neanche quando i libici hanno chiesto di far cambiare la bandiera libica con quella dell’Unione Africana, l’organizzazione della quale la Libia ha la presidenza di turno e che é la ragione per cui Gheddafi può circolare tra i Grandi del mondo. Per poi ricambiare idea subito dopo e costringere l’ufficio accrediti ad una precipitosa stampa di nuovi badge. Risultato: la delegazione libica gira con entrambe i badge. Stranezze a parte, Gheddafi é riuscito a far rientrare la Libia nel circuito internazionale dopo anni ed anni di isolamento.
E ieri sera il colonnello ha avuto modo di stringere la mano anche a Barack Obama. La Casa Bianca, nonostante i violenti attacchi anti-americani, ha fatto sapere che il presidente non avrebbe avuto nessun problema a sedersi accanto al colonnello e che, anzi, avrebbe ascoltato volentieri il suo punto di vista. L’uomo che per quasi 40 anni ha tenuto decine di governi quasi in ostaggio per le colpe del passato coloniale in Tripolitania e Cirenaica e che ha strappato all’Italia un oneroso accordo di amicizia cooperazione (cinque miliardi di dollari in 20 anni), ama stupire. Ieri ci é veramente riuscito, con la sua passeggiata autostradale.
Come sempre, il leader ha deciso solo all’ultimo dove passare la notte. Tra “amazzoni” con il basco rosso, richieste bizzarre e decisioni estemporanee che gettano nel panico gli organizzatori, il colonnello sembra intenzionato a surclassare le stranezze sfoggiate solo un mese fa nel corso della prima storica visita in Italia quando, solo per fare un esempio, fece aspettare oltre due ore il presidente della Camera Gianfranco Fini e centinaia di ospiti a Montecitorio. Tutti all’Aquila si erano ormai rassegnati all’idea di dover montare una tenda beduina con tutti i comfort (c’é anche un televisore al plasma con decoder) dentro la caserma di Coppito. Così come ormai non stupisce più neanche la limousine bianca - fatta arrivare dalla Libia - sulla quale ama spostarsi.
Il cerimoniale ha assorbito con pazienza le richieste più bizzarre della gigantesca delegazione accreditata al G8 (ben 83 persone). Gli organizzatori non hanno battuto ciglio neanche quando i libici hanno chiesto di far cambiare la bandiera libica con quella dell’Unione Africana, l’organizzazione della quale la Libia ha la presidenza di turno e che é la ragione per cui Gheddafi può circolare tra i Grandi del mondo. Per poi ricambiare idea subito dopo e costringere l’ufficio accrediti ad una precipitosa stampa di nuovi badge. Risultato: la delegazione libica gira con entrambe i badge. Stranezze a parte, Gheddafi é riuscito a far rientrare la Libia nel circuito internazionale dopo anni ed anni di isolamento.
E ieri sera il colonnello ha avuto modo di stringere la mano anche a Barack Obama. La Casa Bianca, nonostante i violenti attacchi anti-americani, ha fatto sapere che il presidente non avrebbe avuto nessun problema a sedersi accanto al colonnello e che, anzi, avrebbe ascoltato volentieri il suo punto di vista. L’uomo che per quasi 40 anni ha tenuto decine di governi quasi in ostaggio per le colpe del passato coloniale in Tripolitania e Cirenaica e che ha strappato all’Italia un oneroso accordo di amicizia cooperazione (cinque miliardi di dollari in 20 anni), ama stupire. Ieri ci é veramente riuscito, con la sua passeggiata autostradale.