Ecco l'ospedale di comunità

7 Ottobre 2010

Potenziate medicina generale e attività ambulatoriale

SULMONA. Sarà l'ospedale del G8 a sopperire all'inagibilità dell'ala vecchia della struttura sanitaria di Sulmona, che nel frattempo verrà declassata a «ospedale di comunità». Il direttore generale della Asl Giancarlo Silveri ha tentato ieri di chiarire il futuro dell'ospedale peligno, che attende di essere costruito ex novo.

Faldoni sotto il braccio e giacca blu, Silveri è arrivato in ospedale poco dopo le 10,30. «L'ala vecchia dell'ospedale così com'è non può stare» è intervenuto «ci sono gravi carenze strutturali che devono essere sanate e gli interventi da svolgere non sono compatibili con l'attività sanitaria. Il trasloco sarà inevitabile: è al vaglio la proposta di attrezzare, a Sulmona, l'ospedale del G8, una struttura funzionale a tutti gli effetti». Sembra sfumare l'ipotesi di trasferire i posti letto nella clinica privata san Raffaele. Alla base delle perplessità l'alto costo dell'operazione.

Il direttore generale, al riguardo, non ha proferito parola ma, a microfoni spenti, c'è chi parla di un costo di circa 600 euro al giorno per posto letto.  E poi c'è il progetto per la realizzazione del nuovo ospedale, per il quale il direttore generale proporrà un appalto-concorso per ridurre al minimo i tempi di realizzazione. Se si eviteranno le procedure tradizionali la struttura potrebbero essere pronta in 4 anni per una spesa di 60 milioni di euro. Argomenti che saranno al centro di un primo incontro, a Roma, tra Silveri e i rappresentanti dei ministeri interessati. 

Sul fronte sanitario, dopo aver rassicurato che l'ospedale sulmonese manterrà tutti i servizi, Silveri ha parlato di «una diversa organizzazione del personale». Quindi sono cominciate le note dolenti. «Il progetto», ha detto «prevede una rete sanitaria e non soltanto dei posti letto. E' in atto un'intesa tra la Asl e i medici di Medicina generale per avviare una collaborazione ed evitare che ogni situazione, anche banale, gravi sempre sull'ospedale. La struttura peligna avrà tutto quello di cui ha bisogno e le prestazioni saranno assicurate». 

La «rivoluzione» mira al potenziamento della medicina sul territorio: in pratica si dovrà ricorrere all'ospedale soltanto quando si avrà davvero bisogno, e alcuni interventi saranno svolti in maniera ambulatoriale, come già avviene in altre regioni d'Italia. Sarà la medicina generale a stare in contatto con i cittadini-utenti: l'ospedale diventerà un maxi ambulatorio con alcuni reparti per acuti. Secondo Silveri questi risultati si possono raggiungere in poco più di un anno.  La «rivoluzione» annunciata passerà inevitabilmente anche su un nuovo assetto del personale.

Prevista una diminuzione dei primari e tagli al personale assunto a tempo determinato, anche se la Asl punta a nuove assunzioni a tempo da colmare, però, con la mobilità. Non mancano perplessità da parte di chi non vede di buon occhio il binomio efficienza dei servizi-economicità dei costi, soprattutto dopo lo smantellamento dell'ospedale di Castel di Sangro.

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