Ex Reiss, la vendita spiazza i politici

Lolli (Pd): «Operazione complessa, è necessario un progetto articolato»

L’AQUILA. La notizia della messa in vendita del complesso immobiliare dell’ex Reiss Romoli, per una cifra che si aggira sui 50 milioni, ha fatto ieri il giro della città. Si tratta di un’operazione molto appetibile, ma per pochi, secondo l’ex deputato Giovanni Lolli, visto che difficilmente enti pubblici sono attualmente nelle condizioni di acquistare la struttura già esistente e l’intera area che tocca i 170mila metri quadrati. Anche solo affittare gli spazi, dopo il trasferimento dell’Università, costerebbe circa 1,5 milioni all’anno.

«È una vendita complessa, dice Lolli, «e forse bisognerebbe pensare a un progetto articolato. Il valore dell’area è veramente alto, ed è cresciuto dopo il sisma». In effetti, il complesso che ha ospitato per anni la scuola di alta formazione, è stato messo in vendita dalla società milanese che ne è proprietaria già da diversi anni, senza trovare acquirenti. Dal 2009 è poi diventato sede di alcuni spazi dell’Ateneo, che ha però rifiutato l’offerta di acquisto. Il sindaco Massimo Cialente esclude possibili operazioni speculative. «È un’area che ha un potenziale edificatorio stabilito dal piano regolatore, ma si deve comunque rispettarne la destinazione d’uso. Si parlava di un campus studentesco o qualcosa di simile. Vedremo se arriveranno manifestazioni d’interesse, da parte di privati, e con quali progetti». Intanto i 48 dipendenti dell’ex scuola della Telecom, ora chiamata Hr Service, lavorano ancora alla caserma della Finanza. (r.s.)

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