Fidanzati morti in moto, inchiesta all’Aquila
Schianto a Barrea nel 2021: i parenti si opposero all’archiviazione, fascicoli trasferiti nel capoluogo
BARREA. Si sposta all’Aquila l’inchiesta sulla morte di Maurizio Tortola e Rossana Di Noia, i due fidanzati di Isernia, morti nello schianto in moto, il 4 luglio 2021, nel territorio comunale di Barrea. Lo ha deciso il procuratore della Repubblica del capoluogo, Marco Maria Cellini, che ha acquisito nei giorni scorsi il fascicolo dell’omicidio stradale, dopo l’opposizione alla richiesta di archiviazione, presentata dall’avvocato, Marco Bevilacqua del foro di Chieti, che assiste i familiari delle vittime. Il legale, dopo aver chiesto al gip del Tribunale di Sulmona di disporre nuove indagini a carico di Antonio Di Rienzo, il 49enne di Campobasso, indagato per la morte della coppia, ha inviato l’opposizione alla Procura aquilana che, a sua volta, ha deciso di assumere l’inchiesta. Il grave incidente stradale si era verificato lungo la statale 83 Marsicana. Di Rienzo era alla guida di un’Audi A4 che si era scontrata frontalmente con la moto Ducati, guidata da Tortora che viaggiava in direzione opposta. I due di 39 e 32 anni, a causa dei politraumi riportati, erano morti sul colpo come aveva accertato il medico legale, Ildo Polidoro, che aveva effettuato l’autopsia. Uno schianto, stando a quanto accertato da Polidoro, «a causa del quale la coppia era finita con contro la vettura che si era spostata sul lato destro della carreggiata, non riuscendo ad evitare i due motociclisti». Lo scorso febbraio i familiari della coppia di Isernia avevano lanciato un appello alla Procura, per avere giustizia e per la chiusura delle indagini preliminari, andate avanti per oltre tre anni. La Procura nei mesi scorsi aveva disposto l’avviso di garanzia a carico dell’automobilista per poi presentare richiesta di archiviazione al gip. Secondo il sostituto procuratore della Repubblica di Sulmona, Stefano Iafolla, «non ci sono ragionevoli previsioni di condanna a carico dell’indagato». I familiari dei motociclisti, si sono quindi opposti all’archiviazione. «Riteniamo che non si possa arrivare a questa conclusione che aggiunge dolore al dolore. Per questo avevamo chiesto al giudice di tenere conto anche di altri elementi e di chiarire le responsabilità dell’incidente», ha detto l’avvocato. La parola passa ora alla Procura aquilana che potrebbe riaprire il caso e disporre nuovi accertamenti. (a.d.a.)
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