Finmek sfrattata, la Provincia sulle barricate
Ufficiale giudiziario in fabbrica, la Pezzopane critica la Regione e il governo
SULMONA. Commissario di governo, istituzioni e sindacati discutono, si dividono, si accapigliano, finché arriva l’ufficiale giudiziario e sfratta una fabbrica intera. Direttore e dipendenti (in Cig) messi fuori da capannoni, che la nuova proprietà vuole trasformare in centro commerciale.
Lo “spettacolo”, forse senza precedenti, è andato in scena ieri nel sito della Finmek. O meglio, nel sito Konor che ospita ancora macchinari e materiali dell’azienda finita in malora da anni e che l’ex proprietario (Erifin, finanziaria Ericcson) ha ceduto per 1,7 milioni di euro all’immobiliare romano-avezzanese. Transazione “avallata” dal piano industriale di un’azienda (Start, di Avezzano) che nel frattempo stava saltando in aria, sotto gli occhi di Regione e Nucleo passivo spettatore e non meno disorientati sindacati territoriali.
E Konor, grazie anche alle insolvenze Finmek, «che reclama il diritto di prelazione sulla fabbrica ma non paga l’affitto», come ha sottolineato l’assessore provinciale Teresa Nannarone, ora sbatte tutti fuori.
Sbocco clamoroso ma non imprevedibile, che ha scatenato la reazione dei lavoratori ma anche quella non meno irritata dell’amministrazione provinciale, ieri presente in forze a Sulmona per il bilancio dei 1000 giorni.
Così, l’assessore Ermanno Giorgi, ha potuto aggiornare in tempo reale sugli ultimi sviluppi della trattativa, denunciando l’ostracismo di fatto alle proposte della Provincia che, vedi caso, proprio ieri sono state fatte proprie da Regione e governo per la Lastra. «Ci sono soluzioni industriali», ha detto, «che non si possono tenere oltre a bagnomaria».
Tornando al caso Finmek, Giorgi ha parlato di un «colpo di mano» attuato nelle more di un inventario che, se protratto per i due mesi previsti, avrebbe potuto dare tempo alla trattativa sul tavolo nazionale di produrre risultati. Ma è emersa anche l’irritazione della Provincia verso atteggiamenti perlomeno dilatori.
«Ci accusano di protagonismo», ha detto la presidente Stefania Pezzopane, «in realtà si sta vedendo che le soluzioni di noi proposte (Lastra, Atelier, Cpm e Solo Donna) stanno dando frutti. Servivano quattro soldi per acquistare i siti, invece sono stati dati (legge omnibus) alle comunità montane che non hanno competenze.
Comunque», ha aggiunto la Pezzopane, «rilanciamo la proposta: dateci i 5 milioni perché sappiamo cosa farne. E su questo fronte non ci faremo condizionare, siamo decisi a incalzare anche il tavolo nazionale». Il ministero aveva promesso di riunirlo in settimana. Ora servirebbe un’accelerazione, ci sono 5 giorni prima che il tribunale si pronunci sul contenzioso Finmek-Konor. «Pochi ma possono bastare», dice l’assessore Nannarone, «la Regione, l’assessore Bianchi, convochi la Konor e verifichi l’esistenza di un piano industriale». Senza, l’operazione diventerebbe una speculazione immobiliare. Che nessuno dice di voler tollerare.
Lo “spettacolo”, forse senza precedenti, è andato in scena ieri nel sito della Finmek. O meglio, nel sito Konor che ospita ancora macchinari e materiali dell’azienda finita in malora da anni e che l’ex proprietario (Erifin, finanziaria Ericcson) ha ceduto per 1,7 milioni di euro all’immobiliare romano-avezzanese. Transazione “avallata” dal piano industriale di un’azienda (Start, di Avezzano) che nel frattempo stava saltando in aria, sotto gli occhi di Regione e Nucleo passivo spettatore e non meno disorientati sindacati territoriali.
E Konor, grazie anche alle insolvenze Finmek, «che reclama il diritto di prelazione sulla fabbrica ma non paga l’affitto», come ha sottolineato l’assessore provinciale Teresa Nannarone, ora sbatte tutti fuori.
Sbocco clamoroso ma non imprevedibile, che ha scatenato la reazione dei lavoratori ma anche quella non meno irritata dell’amministrazione provinciale, ieri presente in forze a Sulmona per il bilancio dei 1000 giorni.
Così, l’assessore Ermanno Giorgi, ha potuto aggiornare in tempo reale sugli ultimi sviluppi della trattativa, denunciando l’ostracismo di fatto alle proposte della Provincia che, vedi caso, proprio ieri sono state fatte proprie da Regione e governo per la Lastra. «Ci sono soluzioni industriali», ha detto, «che non si possono tenere oltre a bagnomaria».
Tornando al caso Finmek, Giorgi ha parlato di un «colpo di mano» attuato nelle more di un inventario che, se protratto per i due mesi previsti, avrebbe potuto dare tempo alla trattativa sul tavolo nazionale di produrre risultati. Ma è emersa anche l’irritazione della Provincia verso atteggiamenti perlomeno dilatori.
«Ci accusano di protagonismo», ha detto la presidente Stefania Pezzopane, «in realtà si sta vedendo che le soluzioni di noi proposte (Lastra, Atelier, Cpm e Solo Donna) stanno dando frutti. Servivano quattro soldi per acquistare i siti, invece sono stati dati (legge omnibus) alle comunità montane che non hanno competenze.
Comunque», ha aggiunto la Pezzopane, «rilanciamo la proposta: dateci i 5 milioni perché sappiamo cosa farne. E su questo fronte non ci faremo condizionare, siamo decisi a incalzare anche il tavolo nazionale». Il ministero aveva promesso di riunirlo in settimana. Ora servirebbe un’accelerazione, ci sono 5 giorni prima che il tribunale si pronunci sul contenzioso Finmek-Konor. «Pochi ma possono bastare», dice l’assessore Nannarone, «la Regione, l’assessore Bianchi, convochi la Konor e verifichi l’esistenza di un piano industriale». Senza, l’operazione diventerebbe una speculazione immobiliare. Che nessuno dice di voler tollerare.