Fondazione Carispaq, impegno per il Letto
Il presidente Fanfani: «Il prezioso reperto funerario del sito di Navelli merita di tornare in città»
L’AQUILA. «Il letto funerario in osso di epoca vestina ritrovato a Navelli deve tornare il prima possibile all’Aquila, insieme a quelli rinvenuti a Fossa e agli altri esemplari portati alla luce durante gli scavi nel territorio del capoluogo».
A sollevare la questione è il presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani, nella giornata di chiusura della mostra «Danzando con le menadi», in concomitanza con la giornata nazionale delle Fondazioni. Per tre giorni, infatti, il prezioso reperto è stato esposto nei sotterranei del Palazzetto dei Nobili, grazie alla collaborazione tra Direzione regionale beni culturali (che ha curato il restauro) e la Fondazione Carispaq che ha finanziato la mostra, con un fondo di 10mila euro. Un’esposizione che ha attirato circa duemila visitatori, richiedendo anche aperture straordinarie e due visite guidate. Da oggi, tuttavia, il reperto, scoperto durante i lavori di ampliamento della statale 17 da parte dell’Anas con la supervisione della Soprintendenza, sarà portato a Chieti, dove sono già esposti i letti funerari in osso provenienti dalla necropoli di Fossa. «Abbiamo fatto uno sforzo enorme perché questo letto fosse esposto qui e fin dal suo ritrovamento abbiamo detto chiaramente che ci farà piacere se, insieme anche agli altri letti funerari del genere trovati nell’Aquilano, potrà essere esposto in città», ha commentato Fanfani. «Per L’Aquila si tratta di reperti importanti, testimoni di un ricco passato. Senza nulla togliere al museo di Chieti, sarebbe bello avere gli spazi per farli tornare. D’altra parte sono esemplari unici in Europa».
Sul ritorno del reperto in città il direttore regionale ai Beni culturali Fabrizio Magani ha già assicurato che «l’occasione sarà data dall'apertura del nuovo museo nei locali dell’ex mattatoio, a primavera». Sulla questione, tuttavia, Fanfani frena. «Dovremo capire prima quale sarà la destinazione di questo museo. Inizialmente, infatti, si era pensato di fare esposizioni di arte contemporanea. Un aspetto comunque da valorizzare». Insomma, che il letto possa tornare presto all’Aquila non è ancora certo. «Il richiamo di queste manifestazioni è tale che ci conforta anche per il futuro a investire», continua Fanfani. «Stiamo lavorando con la direzione regionale Beni Culturali proprio per creare una serie di eventi del genere. Entro l’anno ci auguriamo di poter realizzare almeno un altro evento. Bisognerà però fare i conti con la carenza di spazi in città». Un problema che potrebbe portare la città dell’Aquila a perdere, almeno per un tempo piuttosto lungo, una parte importante del proprio passato.
Michela Corridore
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