Grotte di Stiffe, è crisi visite ridotte della metà

Il complesso turistico ha riaperto un anno fa. I gestori: siamo scesi da 80mila a 45mila persone. Ora si pensa a un’azione di rilancio con pacchetti turistici

SAN DEMETRIO. Presenze in calo alle Grotte di Stiffe. Sembrano finiti i bei tempi delle presenze massicce di turisti attratti dalle «sale» immense e suggestive delle grotte del piccolo comune di San Demetrio. Quest’anno i gestori hanno registrato il 40 per cento di visitatori in meno rispetto al trend annuale del pre-sisma, quando i turisti erano in media circa 80mila. Appena 45mila i biglietti staccati dalla riapertura delle Grotte (giugno 2011) a oggi: un tracollo in linea con la crisi che ha investito l'intero comparto turistico aquilano.

«Una diminuzione delle presenze significativa», commenta Gaetano Serafino, presidente della società Grotte di Stiffe, «che fa sentire il suo peso. Nell'ultimo anno abbiamo avuto circa 45mila visitatori, ben al di sotto della media raggiunta nei mesi prima del terremoto, quando le cavità naturali del comune vestino rappresentavano un'importante attrattiva turistica e grazie a un lavoro costante e professionale per valorizzare questo patrimonio naturalistico che possediamo».

Ma i gestori non si lasciano scoraggiare e già si tenta il rilancio. Allo ski-pass unico invernale, operativo solo sulla carta, che avrebbe dovuto mettere in rete i comprensori sciistici di Campo Felice, Ovindoli e Campo Imperatore abbinando anche l'ingresso alle grotte di San Demetrio, si sono aggiunte alcune iniziative promozionali.

Si tratta di pacchetti turistici che prevedono visite guidate ai borghi di Castel del Monte, Calascio e Santo Stefano di Sessanio, alla Fontana delle 99 Cannelle e al Castello cinquecentesco. «Ogni settimana», spiega Serafino, «organizziamo manifestazioni a tema, per coinvolgere il maggior numero di turisti, anche di fasce d’età e con interessi diversi. Offriamo un po’ di tutto: degustazioni, spettacoli con i falconieri e passeggiate a cavallo».

Ma tutto questo non sembra sufficiente a garantire un ritorno al numero di visitatori del passato. Le presenze non crescono: si punta a far tornare le presenze stabili, soprattutto quelle delle comitive. Ma «serve un'azione sinergica», aggiunge Serafino, «una politica locale che faccia del turismo e della promozione del territorio il primo punto in agenda per l’economia. Se non si lavorerà tutti insieme, non si andrà da nessuna parte». Serafino invita, poi, parti sociali, istituzioni e protagonisti della ricostruzione alla coesione, per superare la crisi provocata dal terremoto. Il primo comparto a farne le spese è stato il turismo. «Negli anni Novanta un gruppo di ricercatori inglesi posizionò, all'interno delle grotte, un rilevatore di movimenti tellurici», ricorda Serafino. «Il sisma non ha provocato crolli: le grotte sono sicure».

Monica Pelliccione

©RIPRODUZIONE RISERVATA