I giovani avvocati: «Ronde contro i furti»
Ciuffetelli: «La città è ormai in balìa di una vera e propria orda barbarica» Il sindaco Cialente boccia la proposta: «La strada è quella della videosorveglianza»
L’AQUILA. «Ronde per fronteggiare il fenomeno, ormai fuori controllo, dei furti». La proposta arriva da Amedeo Ciuffetelli, presidente della sezione aquilana dei giovani avvocati, che sollecita la costituzione di gruppi di volontari «da reperire, così sancito dalla legge 94 del 2009, attraverso la predisposizione di elenchi e di convenzioni in prefettura».
Una proposta, con tanto di invito al sindaco Massimo Cialente, a formalizzare con un’ordinanza il ricorso ai volontari da impiegare sul fronte della sicurezza e del controllo del territorio, che prende le mosse proprio dalla fotografia della realtà.
Proposta, però, subito bocciata da Cialente che bolla come «fallimentare» la legge citata da Ciuffetelli, «voluta», dice il primo cittadino, «dall’allora governo di centrodestra e naufragata, prima ancora di decollare, anche al Nord dove la Lega l’aveva a lungo invocata».
«Gli eventi a cui assistiamo», scrive l’avvocato Ciuffetelli, «rappresentano l’inevitabile risultato dell’ingresso incontrollato, nel nostro territorio, di una massa di criminali (micro e macro), spesso travestiti da operatori della ricostruzione, stranieri o italiani che siano ma di certo mai (o quasi) aquilani, che si è avventata sulla nostra città ferita. Che non si tratti, almeno per la maggior parte dei casi, di gente appartenente al nostro territorio lo dimostra il fatto che prima del sisma tali episodi erano assai sporadici, mentre ora costituiscono un fenomeno dilagante ed incontrollabile. Oggi la città è preda di una vera a propria orda barbarica. Non ammettere questo, o volerlo tacere per paura di essere additati come xenofobi o politicamente scorretti, equivale a voler far credere che la miriade di furti nelle nostre case, per non parlare degli scippi e delle rapine, vengono commessi dagli aquilani, o anche nella stessa misura da aquilani e da stranieri. Sin dall’indomani del sisma abbiamo dovuto assistere alla predazione delle nostre case terremotate e lasciate incustodite. Sui muri di molte di esse si leggono scritte da parte dei proprietari del tipo: qui non c’è più niente da rubare! Non esiste più un solo grammo di rame esposto alla pubblica fede e, ironia della sorte, in giro cominciano a vedersi le pubblicità dei Compro rame. Ma nelle nostre case terremotate non è stato rubato solo il rame, ma un po’ di tutto: caldaie, porte, finestre, elementi lapidei. E la gente ha rinunciato anche a sporgere denuncia. E ora sta iniziando la predazione delle case appena ristrutturate, dove la gente è tornata a vivere. Orbene, italiani o stranieri che siano questi sciacalli che di notte girano, pressoché indisturbati, nessuno mi potrà convincere che si tratti di aquilani impazziti, o di persone già integrate nel territorio prima del terremoto».
Ciuffetelli, che si dice convinto che le forze dell’ordine stiano facendo del loro meglio, si chiede «come le istituzioni preposte alla pubblica sicurezza stiano pensando di affrontare il fenomeno, che anziché diminuire aumenta di notte in notte». Da qui la proposta delle ronde e l’invito al sindaco «a dare un segnale forte e chiaro e a fare appello, se lo ritiene, alla cittadinanza e ai numerosi gruppi di volontari che», conclude, «sarebbero ben onorati di perdere qualche ora di sonno per proteggere il territorio e collaborare con le forze dell’ordine».
Un invito non raccolto dal sindaco, secondo cui «l’unica strada da percorrere è quella della videosorveglianza».
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