I russi vogliono comprare impianti di Campo Felice
Trattativa riservata di un colosso imprenditoriale interessato alla stazione pronto un piano di rilancio che coinvolgerebbe anche l’area di Ovindoli
L’AQUILA. Dalle steppe russe fino alla Piana di Campo Felice.
Questo lo scenario che potrebbe profilarsi da qui a qualche tempo per la stazione sciistica dell’Aquilano, che insiste sul doppio versante di Rocca di Cambio e di Lucoli. Presto uniti anche da una galleria, il tunnel di Serralunga in corso di completamento, gli impianti potrebbero cambiare padrone. Quello che da alcuni osservatori viene considerato un serio interesse a investire nel turismo, non soltanto invernale ma anche estivo, dell’Altopiano aquilano arriva da un gruppo di imprenditori russi che hanno manifestato l’intenzione di voler acquisire gli impianti di risalita e le strutture turistiche annesse.
La trattativa è molto riservata, tanto che della vicenda trapelano soltanto pochi particolari. La stazione sciistica attualmente gestita dagli imprenditori laziali Luca e Andrea Lallini è entrata nell’orbita dei multiformi interessi di un vero e proprio colosso internazionale di imprese, che alcuni indicano come afferenti al gruppo Gazprom tra i massimi estrattori al mondo di gas naturale. Un’operazione da oltre 50 milioni di euro, che potrebbe riguardare anche la vicina stazione di Ovindoli-Monte Magnola nell’ottica di un discorso di sviluppo comprensoriale. Se i russi acquisteranno anche Ovindoli potrebbero mettere sul piatto qualcosa come cento milioni di euro.
Stretto riserbo sui contenuti della trattativa, che tuttavia potrebbe portare a un passaggio successivo nei prossimi mesi. La presenza di un gruppo internazionale interessato a riversare capitali sul comprensorio aquilano per investimenti turistici sarebbe in qualche modo legata al futuristico piano di rilancio che durante il governo Berlusconi fu illustrato a Palazzo Chigi, benedicente l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che di Rocca di Cambio è cittadino onorario.
In ogni caso, lo sbarco dalla Russia non estrometterebbe, almeno in una prima fase, gli attuali gestori degli impianti,anche se tutto dev’essere ancora definito. Del resto le operazioni propedeutiche all’investimento devono essere vagliate e ulteriormente perfezionate.
Pare che i russi, in uno dei loro viaggi nell’Aquilano, abbiano promesso di portare dal loro Paese, oltre ai soldi, anche la materia prima, che molto spesso a Campo Felice viene «sparata» dai cannoni impiegati per l’innevamento artificiale.
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