Il depuratore è stato riattivato
I ladri che hanno rubato il rame avevano manomesso l’impianto. Gran lavoro della Gran Sasso acqua
L’AQUILA. È stato riattivato giovedì sera, poco prima della mezzanotte, il depuratore delle acque che si trova a Pile, manomesso da ladri nella notte tra mercoledì e giovedì. Un lavoro d’emergenza per la Gran Sasso Acqua spa, che gestisce il servizio idrico della città, e che all’improvviso si è ritrovata senza uno dei due depuratori, quello che serve l’area Ovest della città, con una portata giornaliera di oltre tredicimila metri cubi di acqua. È facile ipotizzare, senza che ci siano conferme al momento, che chi si è introdotto nell’impianto della Gran Sasso Acqua, già conosceva l’area. I ladri infatti sapevano bene cosa fare e sono riusciti a entrare bucando la rete leggera che protegge l’area. Da lì alla centralina elettrica che comanda il funzionamento del depuratore sono pochi passi. È bastato scollegare la centralina per avere mano libera. Le telecamere di sorveglianza infatti erano collegate alla stessa centralina. Per tutta la notte, senza l’occhio indiscreto delle telecamere, i malviventi hanno lavorato con cura, trafugando di tutto. I cavi sotterranei sono stati tranciati e sfilati, dove possibile, dai tubi conduttori: quei cavetti facevano gola perché pieni di rame. Era questo l’obiettivo dei ladri, che hanno però rubato anche due computer e manomesso il software che consente il funzionamento a distanza del depuratore. Il software è stato riattivato ieri mattina. Per tutta la giornata di giovedì i tecnici della Gran Sasso Acqua hanno lavorato per evitare un danno ambientale irrecuperabile. Le acque che non potevano essere depurate sono in parte finite nel fiume, ma sono state trattate con un potente disinfettante, l’acido peracetico. Poi, grazie a cavi di emergenza che sono stati stesi sul suolo, al posto di quelli tranciati, il depuratore è stato riattivato e dalla mattina di ieri è tornato a funzionare regolarmente.
Barbara Bologna
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