L'orso Juan Carrito dopo l'incidente

SULMONA

Investì l'orso Juan Carrito, gli insulti non si archiviano

Il giovane di Castel di Sangro prosegue la sua battaglia per trascinare in tribunale i "leoni da tastiera"

SULMONA. Finisce sul tavolo del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, la diffamazione nei confronti del giovane di Castel di Sangro, Luciano Grossi, che il 23 gennaio dello scorso anno investì e uccise l’orso Juan Carrito. Grossi, che si è opposto alla richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore, Stefano Iafolla, dovrà presentarsi davanti al giudice il prossimo 14 novembre.

I danni all'auto dopo l'incidente

Secondo la Procura non sono emersi elementi per identificare gli autori dei commenti offensivi. Le indagini effettuate dalla polizia postale dell’Aquila, infatti, non hanno portato gli inquirenti a dare un volto e un nome agli autori della diffamazione aggravata sui social, che avevano riempito di epiteti e parole offensive Grossi, dopo la morte dell’orso star dei social.

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Di parere contrario Gaetana Di Ianni, avvocato del giovane investitore sangrino, la quale aveva denunciato diciassette persone, presentando complessivamente cinque querele. Solo per la prima denuncia le indagini hanno portato a scoprire l’autore della diffamazione, che in ogni caso non è stato indagato, come rileva la Di Ianni, che si è opposta alla richiesta della procura chiedendo al giudice di disporre nuove indagini per identificare i diciassette “leoni da tastiera” e il rappresentante legale di un’associazione animalista.

«Grossi era stato preso di mira con commenti denigratori, in pregiudizio della sua reputazione e del suo onore, provocando allo stesso forte ansia, apprensione e rendendo ancor più difficile riprendersi dall’accaduto», ha scritto la Di Ianni nell’opposizione all’archiviazione. Secondo Grossi e il suo avvocato, «le ulteriori querele sono rimaste lettera morta, non essendo stata delegata alla polizia postale alcuna indagine da eseguire per la compiuta individuazione dei soggetti indicati nella querela».

"Palla" al giudice che dovrà ora decidere se archiviare la diffamazione o andare avanti con le indagini. L’incidente si era verificato su una strada che conduce al cimitero di Castel di Sangro.

Carrito era stato travolto dalla Opel Corsa bianca di Grossi, distrutta dall’impatto, anche se conducente e passeggeri erano rimasti illesi. L’orso era diventato famoso per le sue scorribande alla ricerca di cibo nei paesi dentro e fuori dal Parco nazionale. (a.d.a.)