Kapplani, processo il 12 dicembre
Duplice omicidio, l’imprenditore albanese resta in carcere ma lascia l’isolamento
L’AQUILA. Fissata la prima udienza in Corte di assise del processo a carico dell’imprenditore albanese Burhan Kapplani, 48 anni, accusato di omicidio premeditato dopo avere ucciso a colpi di pistola la sua ex moglie Orjeta Boschi e il suo compagno Sheptin Hana. I giudici di primo grado hanno fissato il processo per il 12 dicembre.
Un processo importante in quanto l’imputato rischia il carcere a vita qualora i giudici confermeranno l’aggravante della premeditazione sostenuta dalla Procura.
I fatti si sono verificati il 17 gennaio scorso all’interno del parcheggio di un supermercato a Bazzano. Lì le vittime furono sorprese dall’imputato che le freddò coi colpi di una pistola risultata rubata in una casa inagibile al Torrione. Kapplani prima esplose due colpi di pistola contro la donna, uccidendola. Poi inseguì e uccise anche Hana il quale aveva tentato la fuga a piedi. Kapplani, probabilmente in stato confusionale, rimase in zona e venne subito arrestato dai carabinieri. Un omicidio tanto efferato al punto che il giudice, poco dopo il fatto, tolse all’imputato la patria potestà sui suoi quattro figli. Il 48enne albanese, nel corso degli interrogatori, non ha mai fornito una versione chiara su cose lo avesse spinto a commettere un delitto così grave e non sembra che abbia nemmeno fornito una spiegazione plausibile di come sia entrato in possesso della pistola risultata rubata. Il pm, David Mancini, ha ottenuto di poter processare Kapplani con il rito immediato ritenendo di avere tante e tali prove da giudicare inutile il passaggio per l’udienza preliminare. Nei giorni scorsi, tra l’altro, il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di arresti domiciliari ritenendo che esistono ancora delle cautele da osservare mentre, secondo la difesa, dopo sette mesi di carcere si poteva valutare possibile anche una misura preventiva meno afflittiva. Comunque adesso non è più in isolamento e può vedere legali e familiari. Comunque, da parte della difesa, è stata disposta una consulenza finalizzata a mettere in dubbio che l’omicida, al momento del fatto, fosse del tutto in grado di intendere e di volere.
Nel procedimento l’imputato è assistito dagli avvocati Tommaso Colella e Leonardo Casciere, rispettivamente del Foro dell’Aquila e di Avezzano. Le parti civili sono assistite dagli avvocati Francesco Valentini e Sonia Giallonardo.
(g.g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA