L’adunata degli alpini all’Aquila nel 2015

L’evento a metà maggio. Battuta (19 voti contro 3) la candidatura di Asti In Abruzzo arriveranno 500mila persone con un forte ritorno economico

L’AQUILA. Partita vinta: L’Aquila ospiterà l’adunata nazionale degli alpini nel 2015. Una decisione adottata ieri dal Consiglio nazionale degli alpini presa quasi all’unanimità. Infatti L’Aquila, nella votazione conclusiva, ha superato nettamente la candidatura di Asti con 19 voti contro 3. La notizia si è diffusa intorno alle 11 in città, accendendo l’entusiasmo anche a fronte dei benefìci che da questa designazione potranno riguardare L’Aquila e tutta la regione sotto il profilo del rilancio economico, dopo la catastrofe del terremoto del 2009, e dell’immagine. Un successo che ridà il sorriso anche alla luce della sconfitta dello scorso anno, quando si decise di assegnare il raduno 2014 a Pordenone beffando la candidatura aquilana che sembrava quella vincente. Un evento annuale, giunto alla 88ª edizione, che soltanto nel 1989 si è tenuto in Abruzzo quando Pescara fu scelta come sede. Per il resto è quasi sempre stato ad appannaggio di città del Nord.

QUANDO E COME. «Il raduno», spiega Carlo Frutti, coordinatore del Comitato organizzatore dell’adunata nazionale, «si tiene sempre nel secondo fine settimana di maggio con un afflusso di gente che inizierà nei giorni che precederanno i momenti salienti della manifestazione». L’organizzazione sarà quasi completamente in mano agli alpini che, comunque, chiederanno a enti e istituzioni regionali il massimo apporto soprattutto a livello di servizi. Intanto è possibile anche immaginare, pur con oltre un anno di anticipo, quale potrà essere il percorso della grande sfilata conclusiva che attraverserà L’Aquila con un corteo di almeno ottantamila persone. «Prevediamo un ammassamento nella zona a ridosso di Collemaggio. Da lì potrebbe partire la sfilata per poi transitare lungo via XX Settembre e fare sosta davanti alla Casa dello studente per omaggiare le vittime del terremoto e poi, da viale Corrado IV, arrivare a piazza d’Armi e da lì sulla statale 17». Un corteo che, secondo quanto già avvenuto in altre città, prevede il transito di diecimila persone ogni ora.

DATI E CIFRE. Diciamo subito che si tratta di una manifestazione imponente considerando che nel periodo antecedente e successivo all’evento quasi mezzo milione di persone provenienti da tutta Italia saranno all’Aquila e in tutta la regione. A questo vanno aggiunte trecento persone che saranno prima dell’evento in città a organizzare il tutto e a raccordarsi con le autorità locali e regionali.

QUANTO COSTA. Il costo della manifestazione è di un milione e mezzo di euro. «Ben poca cosa», commenta Frutti, «rispetto ai quaranta milioni di euro cash che ricadranno nel territorio regionale oltre all’indotto. Insomma, un’occasione imperdibile per tutti. Naturalmente serviranno servizi quali palchi per almeno 3mila posti, collegamenti adeguati all’evento, bagni chimici e altre strutture importanti quali almeno sei chilometri di transenne lungo il percorso e piazzole dove sistemare camper e tende visto che molti alpini si accamperanno in alcuni spazi intorno alla città. È ovvio che gli albergatori della regione dovranno fare del loro meglio. L’afflusso sarà notevole, basti pensare al fatto che solo in Abruzzo ci sono 200 gruppi ma molti vorranno tornare a rivedere L’Aquila dove in anni lontani hanno svolto il servizio militare. Altri alpini in congedo torneranno dopo essere venuti qui subito dopo il sisma per prestare i soccorsi alla popolazione». Ai fini di una migliore gestione esiste anche un comitato formato da vertici nazionali Ana e istituzioni locali e regionali. Gli alpini, ricorda Frutti, in occasione dell’adunata nazionale, faranno cospicue donazioni a favore di un paio di associazioni benemerite ancora da individuare che operano nel campo della solidarietà. Neanche il servizio d’ordine peserà sulla spesa pubblica visto che, come sempre, verrà gestito dagli stessi alpini.

PROSPETTIVE. «Comunque», commenta Frutti, «si tratta di un’occasione unica per riaccendere l’attenzione nazionale sulla nostra città per la rinascita». «Dev’essere chiaro», aggiunge, «che la riuscita della manifestazione dipende anche da come le istituzioni abruzzesi saranno in grado di fare fronte comune senza divisioni». «E bisognerà che si vada d’accordo subito», conclude, «visto che tra non molto si andrà a verificare se esiste la capacità a ospitare un evento tanto grande. Non dimentichiamo che la nomina può anche essere revocata, come stava per accadere a Piacenza quando alcune criticità riscontrate nelle filiera organizzativa stavano per mandare all’aria la candidatura. Qui non deve succedere nulla del genere e siamo pronti per partire».

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