L'Aquila: attacco hacker, avvocati nel mirino
Sotto tiro le Pec di molti legali: interdetta la presentazione dei ricorsi. Possibile violazione della privacy
L’AQUILA. L’attacco informatico ai danni delle Pec (Posta elettronica certificata) che ha violato le mail di molti avvocati in Italia, tra le “vittime” anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha ricadute anche all’Aquila.
Ieri (mercoledi 8 maggio), infatti, molti legali aquilani hanno avuto le loro Pec bloccata fino a sera. Lo stop ha riguardato coloro, e sono la maggioranza, che hanno adottato il sistema Lextel.
Il blocco, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato disposto direttamente da Lextel per fermare sul nascere gli esiti di quest’attacco informatico.
Il problema sembra secondario ma non lo è: infatti si è impossibilitati a inviare documenti e atti con il rischio di incorrere in scadenze visto che ci sono molte procedure che obbligano a fare invii tramite il sistema informatico.
Si era pensato, nelle more del superamento di questo intoppo previsto (si spera) per stamani, di supplire con il deposito cartaceo; ma questo sarebbe impedito dalla legge che, in determinati casi, pretende in modo espresso che si debba usare solo lo strumento informatico. In caso di scadenza dei tempi dovrebbe spettare al giudice di rimettere gli interessati nei termini ma questo prevede una procedura farragginosa.
Esiste, in astratto, il rischio che, a prescindere dal tempestivo intervento del gestore del dominio, che qualche mail sia stata comunque già hackerata con violazione delle privacy. Ma questo lo si potrà sapere solo più in là.
Intanto è iniziato lo sciopero degli avvocati penalisti che ha fatto saltare tutte le udienze preliminari previste ieri mattina a cominciare da quella riguardante un incidente stradale mortale in A /24 con 7 imputati.
L’astensione andrà avanti oggi e domani. E’ stata e proclamata dall’Unione delle Camere penali italiane contro l’ondata di interventi legislativi ispirati al cosiddetto “populismo giudiziario”, caratterizzati dall’inasprimento generalizzato delle pene e l’arretramento delle garanzie dell’imputato.
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