L'Aquila, escursione al Rifugio Garibaldi: la sentinella del Gran Sasso / FOTO
![](https://images.centro.atexcloud.io/view/acePublic/alias/contentid/1ev8mzzu2ewahukftcj/0/00-copertina-jpg.webp?f=16:9)
Il fotografo naturalista Luigi Tassi dona ai lettori del Centro un eccezionale fotoreportage sulla costruzione inaugurata nel 1886 tra le maestose cime dell'Appennino abruzzese
L'AQUILA. Una passeggiata al Rifugio Garibaldi e sulle vette innevate del Gran Sasso. Il fotografo naturalista Luigi Tassi ha realizzato per i lettori del Centro.it un prezioso fotoreportage. Eccolo.
"Per Ricordare la prima volta che visitai il Rifugio Garibaldi non mi riesce tanto è il tempo passato da quando da bambino con mio Padre iniziavo ad esplorare le Montagne d’Abruzzo. Tuttavia il fascino della Val Maone e di Campo Pericoli rimangono immutati nel tempo ed ogni volta che torno ad ammirare le alte cime che sorvegliano il Rifugio non posso far altro che fermarmi. Da più di 130 anni il Rifugio Garibaldi è un riferimento per chi percorre la valle e poco importa che sia un alpinista o un escursionista, da qui si possono raggiungere tutti i sentieri che conducono alle vette del massiccio del Gran Sasso".
"Voluto dalla sezione del Cai di Roma fu inaugurato nel settembre del 1886, era la prima costruzione del genere sugli Appennini frutto di uno sforzo immenso per quel tempo e Romualdo Baglioni di Camarda con l’aiuto della guida Giovanni Acitelli di Assergi riusci nell’impresa… “Furono tanti i Camardesi che quell’anno (1885) tralasciarono la coltivazione dei campi per lavorare in cantiere e per trasportare i materiali necessari con lunghe file di asini” (fonte Club Alpino Italiano sezione dell’Aquila). Rimase per più vent’anni unico appoggio per chi cercava un riparo o un punto di partenza per esplorare il Gran Sasso, poi la costruzione prima del Duca degli Abruzzi nel 1908 e successivamente nel 1933 dell’Albergo di Campo Imperatore e della Funivia di Fonte Cerreto segnarono lentamente il declino del rifugio fino ad arrivare al diroccamento. Ora il Rifugio restaurato e gestito dalla Sezione dell’Aquila del Club Alpino Italiano è aperto in estate mentre il locale invernale con 8 posti letto è fruibile tutto l’anno; tuttavia per accedervi nei mesi più freddi sono necessari pala e buona volontà per raggiungerne la porta d’accesso. Arrivati al Rifugio propongo al fedele compagno di neve e freddo Christian Ghini di salire con me appena più in alto fino a raggiungere un luogo poco conosciuto ma sorprendente per il panorama e sopratutto ricco di storia dell’Alpinismo. Poco al di sopra del Rifugio c’è una piccola Piramide di pietra visibile già dalle creste del Monte Portella ma nascosta alla vista dal basso. È un monumento funerario ad un ingegnere e numismatico Italiano, Edoardo Martinori che volle essere sepolto in questo luogo che tanto amava. Esploratore e alpinista, fu tra i fondatori nel 1873 della Sezione Romana del Cai e partecipò a numerose spedizioni, una in Lapponia proprio nel 1886, anno di inaugurazione del Rifugio Garibaldi".
@RIPRODUZIONE RISERVATA