L’emozione di Giorgia che vive di sguardi
Quattro passi con la Dama. Il padre: «Tanta forza da questa giornata» E De Matteis per un giorno fa il «portatore d’acqua» per il figlio Patrizio
L’AQUILA. Oggi portano i simboli della festa e stanno nella coda del corteo, al posto d’onore. Domani saranno loro a rivedere la città rinata. E, magari, di questa chimera che qui chiamiamo ricostruzione ne saranno gli artefici. È dei giovani la festa delle mani alzate. Giorgia, Patrizio e Maria Cristina la vivono con emozione e trasporto. Consapevoli di avere tutti gli occhi addosso, gettano uno sguardo ai tavolinetti del bar del Corso dove va in scena una sorta di consiglio comunale straordinario tra una patatina e un’olivetta, sai, un po’ così, tanto per ingannare l’attesa di un corteo, anzi di due cortei con 700 persone da instradare, il che non è poco. Capita di vedere un politico navigato come Giorgio De Matteis che tiene per una mano il figlio Lorenzo e con l’altra porge una bottiglietta d’acqua all’altro figlio Patrizio, che da piccolo aveva il pallino di diventare notaio e che, tanto per cominciare, è entrato alla Luiss. Oggi il De Matteis che conta è lui, il Giovin Signore.
Di padre in padre, parla con gli occhi con la figlia e non ha bisogno di fare gesti Pietro Silveri, papà di Giorgia. «Una grande emozione», sussurra mentre attende che il corteo cominci a prendere l’avvio. «Forse da padre non dovrei dirlo, ma ho la consapevolezza che Giorgia meritava una giornata come questa. Lei, da quando ha saputo della designazione, si preoccupava. E mi diceva: ne sarò degna? Spero che L’Aquila l’accolga con affetto, per darle forza, perché ne ha bisogno. Lei vive di sguardi, di sensazioni e di immagini. Quindi, speriamo che ci sia uno scambio di emozioni belle, oggi. Per L’Aquila e per Giorgia». La 22enne protagonista della giornata è affiancata da Cristina Di Domenico, assistente alla comunicazione, che collabora con l’Ente nazionale sordi dell’Aquila e comunica con lei nella lingua dei segni. Giorgia ha dato la maturità in tenda nel 2009, diplomandosi con cento centesimi. Ora è iscritta alla facoltà di Scienze biologiche di Coppito. «Si dà molto da fare», rivela il padre. «Da due-tre anni si sta avvicinando alle problematiche sociali, non solo sue, cercando di affacciarsi alla società per dare un significato alle sue esperienze. Vederla sfilare qui rappresenta, per lei, il coronamento di un progetto lungo. E spero che prosegua su questa strada. Quando ha letto il vostro appello per l’applauso si è commossa». L’emozione si fa sentire. L’astuccio della Bolla viene sorretto per qualche minuto dalla costumista Giovanna Di Matteo. L’alpina Maria Cristina Antonangeli si cala bene nell’ennesima missione. Niente a paragone di Balcani o Iraq. Poi, altri di questi giovani dalle facce pulite fanno l’alba in basilica per la veglia con Gianfranco De Luca vescovo di Termoli. (e.n.)
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