L’ergastolano non lavorerà in biblioteca
SULMONA. L’allarme non era infondato: la decisione del tribunale di Sorveglianza di concedere la misura alternativa della semilibertà a Leonardo Ciaccio, braccio destro del boss Matteo Messina Denaro,...
SULMONA. L’allarme non era infondato: la decisione del tribunale di Sorveglianza di concedere la misura alternativa della semilibertà a Leonardo Ciaccio, braccio destro del boss Matteo Messina Denaro, permettendogli di lavorare nella biblioteca diocesana di Santa Chiara a Sulmona, deve essere rivista. Lo ha stabilito la Cassazione a cui si era rivolta la Procura generale dell’Aquila, impugnando il provvedimento che il giudice di Sorveglianza aveva emesso ad aprile scorso, di fatto consentendo all’ergastolano, mafioso e mai pentito, di recarsi il martedì e il venerdì dalle 9 alle 13 in piazza Garibaldi per fare il bibliotecario. Per la Cassazione non è stato rispettato il criterio di gradualità del beneficio: Ciaccio, cioè, è passato dalle sbarre di via Lamaccio alla biblioteca, senza fasi intermedie. Inoltre, sempre secondo i giudici, non è certa «l’assenza di collegamenti, attuali o potenziali, di Ciaccio con la criminalità organizzata e con il contesto mafioso». (a.d.a.)
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