L’orsa non è morta per avvelenamento
Gli esami danno esito negativo. L’animale ucciso da un maschio
LECCE NEI MARSI. L’incubo è finito. L’orsa trovata morta la scorsa settimana non è stata avvelenata. Lo ha rivelato il direttore dello Zooprofilattico Abruzzo e Molise, Enzo Caporale. La carcassa del plantigrado, ritrovata a Colle Terzone, è stata analizzata nel laboratorio teramano e gli esami tossicologici sono stati tutti negativi, tranne rare tracce di un insetticida molto usato nella zona, ma assolutamente nella norma, e non letale, ha confermato Caporale.
A ritrovare la carcassa dell’orsa in una zona impervia di montagna erano stato alcuni operai forestali. Si è subito temuto che l’animale potesse essere stato avvelenato come gli altri tre orsi trovati morti lo scorso settembre. A far sorgere qualche dubbio però sono stati alcuni segni riscontrati sul corpo, che hanno fatto pensare a una lotta dell’orsa con un altro esemplare. Le analisi eseguite dall’Istituto zooprofilattico hanno confermato questa ipotesi.
L’orsa, per difendere i propri cuccioli (nelle mammelle è stato ritrovato del latte), sarebbe stata aggredita da un maschio. Dunque mentre nel caso dei tre orsi trovati morti nel 2007 l’avvelenamento da pesticidi era stato provato, stavolta le analisi hanno dato un altro esito. Questo però non significa abbassare la guardia. Oltre all’avvelenamento, gli orsi rischiano di finire nelle trappole dei bracconieri. Come dimostra la gabbia scoperta qualche tempo fa nella zona della Vallelonga, nella quale è finito un cane.
Per salvare i circa quaranta esemplari rimasti, i controlli delle guardie del Parco e della Forestale sono importanti, ma da soli non bastano. Serve una presa di coscienza collettiva dell’importanza che la sopravvivenza di questo splendido animale ha nell’ecosistema. Da qui la necessità di un’opera di sensibilizzazione che deve iniziare dalla scuola. Alcuni istituti, come ad esempio quello di San Benedetto dei Marsi, lo stanno già facendo.
Bisogna inoltre che chi uccide un orso, una specie protetta sull’orlo dell’estinzione, non rimanga impunito. Da qui l’esigenza che agli autori della strage dello scorso settempre venga dato presto un nome e un volto. Intanto ieri, a Villa Borghese, a Roma, è iniziata la rassegna cinematografica Cinenatura.
Oggi saranno forniti aggiornamenti sulle indagini in corso sugli orsi marsicani uccisi. Verrà proiettato anche il documentario «Una terra buona per gli orsi», di Francesco Petretti. A introdurre il documentario saranno il capo della Forestale Cesare Patrone e Potena, che da anni studia l’orso con i progetti Life.
A ritrovare la carcassa dell’orsa in una zona impervia di montagna erano stato alcuni operai forestali. Si è subito temuto che l’animale potesse essere stato avvelenato come gli altri tre orsi trovati morti lo scorso settembre. A far sorgere qualche dubbio però sono stati alcuni segni riscontrati sul corpo, che hanno fatto pensare a una lotta dell’orsa con un altro esemplare. Le analisi eseguite dall’Istituto zooprofilattico hanno confermato questa ipotesi.
L’orsa, per difendere i propri cuccioli (nelle mammelle è stato ritrovato del latte), sarebbe stata aggredita da un maschio. Dunque mentre nel caso dei tre orsi trovati morti nel 2007 l’avvelenamento da pesticidi era stato provato, stavolta le analisi hanno dato un altro esito. Questo però non significa abbassare la guardia. Oltre all’avvelenamento, gli orsi rischiano di finire nelle trappole dei bracconieri. Come dimostra la gabbia scoperta qualche tempo fa nella zona della Vallelonga, nella quale è finito un cane.
Per salvare i circa quaranta esemplari rimasti, i controlli delle guardie del Parco e della Forestale sono importanti, ma da soli non bastano. Serve una presa di coscienza collettiva dell’importanza che la sopravvivenza di questo splendido animale ha nell’ecosistema. Da qui la necessità di un’opera di sensibilizzazione che deve iniziare dalla scuola. Alcuni istituti, come ad esempio quello di San Benedetto dei Marsi, lo stanno già facendo.
Bisogna inoltre che chi uccide un orso, una specie protetta sull’orlo dell’estinzione, non rimanga impunito. Da qui l’esigenza che agli autori della strage dello scorso settempre venga dato presto un nome e un volto. Intanto ieri, a Villa Borghese, a Roma, è iniziata la rassegna cinematografica Cinenatura.
Oggi saranno forniti aggiornamenti sulle indagini in corso sugli orsi marsicani uccisi. Verrà proiettato anche il documentario «Una terra buona per gli orsi», di Francesco Petretti. A introdurre il documentario saranno il capo della Forestale Cesare Patrone e Potena, che da anni studia l’orso con i progetti Life.