La donna accusa il compagno geloso: «Ha sparato, voleva uccidermi»
Tentato omicidio nel Frusinate, la giovane lituana ascoltata dai carabinieri nel suo letto d’ospedale. Il gip conferma il carcere per il commerciante di Avezzano. Lui ripete: dovevo solo intimidirla
AVEZZANO. Tesi contraddittorie quelle fornite sul tentato omicidio di Alvito, in provincia di Frosinone. Mario Eramo, 50 anni, commerciante di tartufi di Avezzano, davanti al gip del tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro, ieri mattina ha sostenuto che il colpo contro la sua compagna è partito accidentalmente. Ma la ragazza avrebbe fornito una ricostruzione diversa, affermando che l’uomo aveva intenzione di ucciderla. Secondo Vaida Petratite, 33 anni, lituana originaria di Klaipeda ma residente ad Avezzano, ricoverata nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Sora in prognosi riservata, il compagno ha sparato dopo una lite, non per errore.
La ragazza è stata ascoltata dai carabinieri per fornire la sua versione dei fatti su quello che è avvenuto sabato sera nel giardino della casa paterna di Eramo, quando è stata raggiunta da un colpo di pistola calibro 9.
Eramo si trova ancora rinchiuso nel carcere di Cassino con l’accusa di tentato omicidio. Il suo legale, l’avvocato Danilo Iafrate, parla di versioni contraddittorie.
Il marsicano ha continuato a sostenere la tesi dell’incidente. Non avrebbe però negato che prima che il colpo fosse sparato c’era stata una lite tra lui e la sua compagna. La pistola, secondo il 50enne, sarebbe stata estratta soltanto per intimorire la ragazza. Solo a quel punto sarebbe partito il colpo. Le indagini dei carabinieri e gli accertamenti balistici dovranno fare luce su molti dubbi che riguardano la vicenda. Importanti saranno anche le testimonianze dei familiari che hanno assistito al ferimento. Si trovavano in giardino, nella casa paterna, dopo una cena insieme agli anziani genitori. C’erano il fratello di Eramo e la cognata, che hanno confermato la ricostruzione dell’arrestato, oltre alla lituana ferita. Dopo aver sparato, il 50enne avrebbe chiamato il suo avvocato per chiedergli di assisterlo e di accompagnarlo in caserma, dai carabinieri. Secondo la difesa, quindi, non sarebbe fuggito dal luogo del delitto, ma subito si sarebbe consegnato alle forze dell’ordine. La ragazza è ancora grave ma fuori pericolo di vita. Oltre che di tentato omicidio, l’arrestato dovrà rispondere anche di porto abusivo di arma clandestina e ricettazione della stessa arma, non essendo stato in grado di giustificarne il possesso. Si trova rinchiuso nella casa circondariale di Cassino e il suo legale ha chiesto la scarcerazione. Ma dopo l’udienza di convalida è stato confermato l’arresto in carcere. Il difensore potrebbe chiedere nei prossimi giorni la revoca della misura, anche se gli indizi di colpevolezza e le prove a carico dell’indagato raccolte dai carabinieri fanno emergere un quadro investigativo che renderà difficile un eventuale alleggerimento del provvedimento.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La ragazza è stata ascoltata dai carabinieri per fornire la sua versione dei fatti su quello che è avvenuto sabato sera nel giardino della casa paterna di Eramo, quando è stata raggiunta da un colpo di pistola calibro 9.
Eramo si trova ancora rinchiuso nel carcere di Cassino con l’accusa di tentato omicidio. Il suo legale, l’avvocato Danilo Iafrate, parla di versioni contraddittorie.
Il marsicano ha continuato a sostenere la tesi dell’incidente. Non avrebbe però negato che prima che il colpo fosse sparato c’era stata una lite tra lui e la sua compagna. La pistola, secondo il 50enne, sarebbe stata estratta soltanto per intimorire la ragazza. Solo a quel punto sarebbe partito il colpo. Le indagini dei carabinieri e gli accertamenti balistici dovranno fare luce su molti dubbi che riguardano la vicenda. Importanti saranno anche le testimonianze dei familiari che hanno assistito al ferimento. Si trovavano in giardino, nella casa paterna, dopo una cena insieme agli anziani genitori. C’erano il fratello di Eramo e la cognata, che hanno confermato la ricostruzione dell’arrestato, oltre alla lituana ferita. Dopo aver sparato, il 50enne avrebbe chiamato il suo avvocato per chiedergli di assisterlo e di accompagnarlo in caserma, dai carabinieri. Secondo la difesa, quindi, non sarebbe fuggito dal luogo del delitto, ma subito si sarebbe consegnato alle forze dell’ordine. La ragazza è ancora grave ma fuori pericolo di vita. Oltre che di tentato omicidio, l’arrestato dovrà rispondere anche di porto abusivo di arma clandestina e ricettazione della stessa arma, non essendo stato in grado di giustificarne il possesso. Si trova rinchiuso nella casa circondariale di Cassino e il suo legale ha chiesto la scarcerazione. Ma dopo l’udienza di convalida è stato confermato l’arresto in carcere. Il difensore potrebbe chiedere nei prossimi giorni la revoca della misura, anche se gli indizi di colpevolezza e le prove a carico dell’indagato raccolte dai carabinieri fanno emergere un quadro investigativo che renderà difficile un eventuale alleggerimento del provvedimento.
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