«La Giostra promuova i nostri prodotti tipici»
Appello dei rappresentanti di Cescot, Confesercenti e Fiesa agli organizzatori: «Durante i banchetti rinascimentali vengano offerte le prelibatezze della zona»
SULMONA. Far conoscere attraverso la Giostra cavalleresca non solo le tradizioni storiche del territorio, ma anche e soprattutto quelle enogastronomiche. Vero volàno del turismo di ultima generazione, secondo Angelo Pellegrino, direttore del Cescot, Pietro Leonarduzzi, vice presidente provinciale Confesercenti e Vinceslao Ruccolo della Fiesa regionale. I tre lanciano un appello al cosiddetto popolo della Giostra, affinché durante cene, pranzi e banchetti rinascimentali i commensali possano degustare le prelibatezze della zona. Dagli arrosticini di ovino all’aglio rosso, dall’agnello nostrano ai maccheroni alla chitarra, dai dolci tipici ai confetti, per finire con le pesche giallone. «Negli ultimi anni è emerso un nuovo modo di vivere e concepire il tempo libero ed il turismo in simbiosi con i prodotti della tradizione locale a spiccata tipicità, quali fonti di attrazione turistica», spiega Pellegrino, «siamo fortemente convinti che il territorio si promuove attraverso la valorizzazione delle sue produzioni tipiche per mezzo di azioni coordinate, promosse da partenariati pubblico-privati, che utilizzino il marketing territoriale, quale strumento per la gestione integrata di tutte le risorse presenti sul territorio». I prodotti tipici, dunque, letti non solo dal punto di vista nutrizionale, ma soprattutto come simboli, conseguenze di storia, tradizioni e costumi, possono diventare attrattori d’interesse per la promozione del territorio. «Sulla base di queste considerazioni, ci permettiamo di raccomandare alla Giostra cavalleresca di Sulmona e ai sestieri e borghi di realizzare un progetto di valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali quali percezioni di qualità lungo la filiera e possibilità di sviluppo del mercato», aggiunge Pellegrino, «Ribadiamo la necessità di utilizzare, nelle cene e negli altri eventi gastronomici che si organizzano in questo periodo, menu a base di prodotti tipici locali, quale modello di valorizzazione delle specificità enogastronomiche del territorio». Da qui il rinnovato appello degli addetti ai lavori alla sottoscrizione del patto per le città. «Tutti questi concetti sono stati ribaditi nella nostra proposta di patto per le città», intervengono Leonarduzzi e Ruccolo, «e per questo sosteniamo con forza il concetto della valorizzazione delle produzioni tipiche quale strategia fondamentale».
Federica Pantano
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