La leggenda di Re Artù e mago Merlino rivive a Campo Imperatore
Il Gran Sasso diventa set della serie Netflix “The Pendragon Cycle” I produttori italiani: «La troupe americana adora questi luoghi»
L’AQUILA. Il Gran Sasso torna ad essere panorama ideale per il grande cinema internazionale. Lo conferma la produzione americana della saga fantasy The Pendragon cycle, diretta e prodotta da Ryan Whitaker e Jeremy Boering, che fino a domenica sarà all’Aquila per le riprese sulla piana di Campo Imperatore. Il soggetto della serie nasce dallo stesso Jeremy Boering, ispirato dall’omonimo ciclo di libri di Stephen Lawhead sul mito di Artù e Merlino, rivisto in chiave cristiana. Le riprese valgono per il territorio aquilano almeno 2 milioni di euro.
La prima stagione uscirà a giugno sulla piattaforma statunitense Daily Wire, di cui Boering è co-fondatore, e sarà disponibile in tutto il mondo da ottobre su Netflix. A guidare i produttori nella scelta delle ambientazioni e nel rapporto con il territorio sono stati i produttori italiani Agostino Ferrante e Davide Cincis, entrambi molto legati all’Abruzzo. Cincis, in particolare, ha trascorso molti anni all’Aquila, con Antonio Maria Girolamo Del Campo, fondatore della prima agenzia italiana per modelle nel 1978, nonché suo cugino. «Quando il progetto è venuto alla luce», spiega Ferrante, «si sono guardati intorno per scegliere le location. L’Italia è attrattiva perché ha un incentivo fiscale che copre il 40% delle spese sostenute sul territorio da soggetti fiscalmente residenti nel Paese. Tuttavia all'inizio hanno incontrato una società di produzione che non era all’altezza, quindi hanno provato in Ungheria, che offriva costi anche minori». Di fronte alla fuga iniziale di Boering e Whitaker, è stata propria l’opera di mediazione di Ferrante a riportarli in Italia. «Li ho raggiunti a Budapest con il primo volo utile e li ho convinti a tornare in Italia», racconta. «All’inizio l’accordo prevedeva tre settimane di lavoro qui, ma poi sono rimasti così felici dei luoghi e dei paesaggi che sono rimasti per cinque settimane di riprese, alcune con doppia unità di tecnici. Significa che abbiamo portato in Italia un investimento straniero pari a sette settimane di riprese, di cui due qui a Campo Imperatore, per un totale di 10 milioni di euro».
Il versante aquilano del Gran Sasso è stato preferito per le pianure sopra i mille metri, uniche in Italia. «La serie è ambientata nell’antica Britannia, quindi siamo andati alla ricerca di luoghi naturali simili», dice Ferrante, «e solo il Gran Sasso ha le praterie d’altura che riproducono quel territorio». L’ospitalità e la pronta risposta delle strutture ricettive locali hanno contribuito, tanto che «quando daranno il via alla seconda stagione, le riprese in Abruzzo saranno di quattro settimane, circa 3 milioni e mezzo di euro per il territorio», dice Ferrante. «Attori e tecnici adorano il posto», aggiunge Cincis. «Qui sono ispirati e le scene vengono meglio. Nella serie vedremo come la natura trasforma l'uomo e il Gran Sasso è perfetto». I due produttori anticipano, inoltre, che molto presto ricominceranno le riprese tra L’Aquila e Chieti, stavolta per un progetto tutto italiano. «Stiamo mettendo insieme una serie di progetti indipendenti dedicati a personaggi che hanno fatto un percorso di crescita», svelano Cincis e Ferrante, «a cominciare dalla biografia di Rocco Siffredi, personaggio di Ortona, del quale racconteremo il viaggio di trasformazione. Il progetto sarà pronto nel 2024 e uscirà nel 2025».
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La prima stagione uscirà a giugno sulla piattaforma statunitense Daily Wire, di cui Boering è co-fondatore, e sarà disponibile in tutto il mondo da ottobre su Netflix. A guidare i produttori nella scelta delle ambientazioni e nel rapporto con il territorio sono stati i produttori italiani Agostino Ferrante e Davide Cincis, entrambi molto legati all’Abruzzo. Cincis, in particolare, ha trascorso molti anni all’Aquila, con Antonio Maria Girolamo Del Campo, fondatore della prima agenzia italiana per modelle nel 1978, nonché suo cugino. «Quando il progetto è venuto alla luce», spiega Ferrante, «si sono guardati intorno per scegliere le location. L’Italia è attrattiva perché ha un incentivo fiscale che copre il 40% delle spese sostenute sul territorio da soggetti fiscalmente residenti nel Paese. Tuttavia all'inizio hanno incontrato una società di produzione che non era all’altezza, quindi hanno provato in Ungheria, che offriva costi anche minori». Di fronte alla fuga iniziale di Boering e Whitaker, è stata propria l’opera di mediazione di Ferrante a riportarli in Italia. «Li ho raggiunti a Budapest con il primo volo utile e li ho convinti a tornare in Italia», racconta. «All’inizio l’accordo prevedeva tre settimane di lavoro qui, ma poi sono rimasti così felici dei luoghi e dei paesaggi che sono rimasti per cinque settimane di riprese, alcune con doppia unità di tecnici. Significa che abbiamo portato in Italia un investimento straniero pari a sette settimane di riprese, di cui due qui a Campo Imperatore, per un totale di 10 milioni di euro».
Il versante aquilano del Gran Sasso è stato preferito per le pianure sopra i mille metri, uniche in Italia. «La serie è ambientata nell’antica Britannia, quindi siamo andati alla ricerca di luoghi naturali simili», dice Ferrante, «e solo il Gran Sasso ha le praterie d’altura che riproducono quel territorio». L’ospitalità e la pronta risposta delle strutture ricettive locali hanno contribuito, tanto che «quando daranno il via alla seconda stagione, le riprese in Abruzzo saranno di quattro settimane, circa 3 milioni e mezzo di euro per il territorio», dice Ferrante. «Attori e tecnici adorano il posto», aggiunge Cincis. «Qui sono ispirati e le scene vengono meglio. Nella serie vedremo come la natura trasforma l'uomo e il Gran Sasso è perfetto». I due produttori anticipano, inoltre, che molto presto ricominceranno le riprese tra L’Aquila e Chieti, stavolta per un progetto tutto italiano. «Stiamo mettendo insieme una serie di progetti indipendenti dedicati a personaggi che hanno fatto un percorso di crescita», svelano Cincis e Ferrante, «a cominciare dalla biografia di Rocco Siffredi, personaggio di Ortona, del quale racconteremo il viaggio di trasformazione. Il progetto sarà pronto nel 2024 e uscirà nel 2025».
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